Il Professionista su misura per te
o richiedi una
Chiedi una Consulenza o Preventivo Gratuito

Dimissioni del lavoratore

del 31/03/2011
CHE COS'È?

Dimissioni del lavoratore: definizione

Con il termine di dimissioni si intende la volontà di cessazione di un rapporto di lavoro espressa dal dipendente. 

COME SI FA
La volontà di cessazione di un rapporto di lavoro può essere comunicata anche verbalmente fatto salvo che il contratto di lavoro applicato non disponga diversamente. L’eventuale mancato rispetto della forma le rende invalide (sentenza Cassazione n. 664 del 13.6.95). Ovviamente, al fine di evitare disguidi di ogni sorta, è buona cosa che vengano comunicate per iscritto. 
In generale è previsto dai contratti di lavoro che il lavoratore dimissionario comunichi al datore di lavoro la volontà di recesso dal rapporto “dando il preavviso”; periodo graduato in relazione al livello contrattuale di appartenenza ed all'anzianità di servizio. Durante tale periodo il rapporto prosegue regolarmente sino alla data di scadenza con tutte le obbligazioni annesse e connesse. 
E’ anche possibile che il periodo di preavviso possa non essere lavorato. Ciò accade quando il datore di lavoro esenta espressamente il lavoratore da tale obbligo o, anche, quando il lavoratore nega la propria disponibilità a prestare la propria opera durante tale periodo. In quest’ultima ipotesi il lavoratore recedente ha l’obbligo di corrispondere al datore di lavoro la relativa indennità. 
E’ anche il caso di sottolineare che non tutte le cessazioni di rapporto di lavoro sono soggette al preavviso. Il preavviso non è dovuto durante il periodo di prova, in caso di risoluzione consensuale, nei contratti a tempo determinato (in cui la data di cessazione del rapporto è già prevista) ed in alcuni rapporti caratterizzati da libera recedibilità (ad nutum) come per le collaboratrici familiari ed in caso di raggiungimento da parte del lavoratore dell’età pensionabile. 
Pure non è previsto l’obbligo del lavoratore di dare il preavviso in caso di dimissioni per giusta causa. La ratiodi ciò è evidente. Il concetto di “giusta causa” prevede che il rapporto cessi per cause gravi che non consentano la prosecuzione neanche provvisoria del rapporto. Nel caso di dimissioni si tratterebbe di un comportamento “grave” del datore di lavoro. In questa ipotesi non solo il lavoratore non è tenuto a dare il preavviso ma anche a ricevere l’indennità sostitutiva. 
Casi particolari di “dimissioni” sono quelle delle lavoratrici madri e padri lavoratori. Coloro che si trovassero in questa condizione, e sino ad un anno di vita del bambino (o di accoglienza in caso di adozione), sono tenuti a darne conferma presso la Direzione Provinciale del Lavoro mediante un colloquio diretto (decreto legislativo 151 del 2001, articolo 55). Sono pure tenute a darne conferma entro un mese, pena la nullità, le dimissioni date da lavoratrice per matrimonio.

CHI


FAQ

E’ possibile revocare le dimissioni?

Sì, è possibile da parte del lavoratore revocare le dimissioni già comunicate a patto che l’atto di revoca sia venuto a conoscenza del datore di lavoro (prova a carico del lavoratore) prima di quello di dimissioni (Sentenza Cassazione del 19.4.90 n. 3217).

Quando il lavoratore può chiedere l’annullamento delle dimissioni?

Quando sono state rassegnate sulla base di presupposti errati come, ad esempio, la mancanza dei requisiti per il raggiungimento del diritto alla pensione.

Le molestie sessuali possono costituire giusta causa di dimissioni da parte del lavoratore?

Sì (Pretura di Milano 14.8.1991), così come la richiesta di comportamenti illeciti o in contrasto con la legge (Pretura di Legnano 10.3.1989).

I comportamenti ingiuriosi da parte del datore di lavoro costituiscono giusta causa di dimissioni del lavoratore?

Sì (Sentenza Cassazione del 29.11.1985 n. 5977), ma lo sono anche i comportamenti discriminatori dei colleghi di lavoro (Sentenza Cassazione del 7.11.2001 n. 13782) e l’esautoramento delle mansioni (Sentenza Cassazione del 26.7.1999 n. 8091).

Sono annullabili le dimissioni date da un lavoratore minacciato di licenziamento?

Si, lo sono quando la minaccia di licenziamento è infondata. In questo caso si tratterebbe di una violenza morale ed il datore di lavoro ne riceverebbe un vantaggio ingiusto (Sentenza Cassazione del 29.08.2002 n. 12693).
vota  

DISCUSSIONI ARCHIVIATE

Marian

13/08/2012 22:53:07

Buongiorno, sono un barista apprendista a Torino da 2 anni e mezzo. sono andata in ferie per 20 giorni (le ferie che erano scritte nella mia bustapaga) e quando sono ritornata il mio capo non mi chiama piu al lavoro e non mi vuole pagare il mio stipendio e la quattordicesima. Mi dice che se non porto la lettera del licenziamento firmata non mi paga niente. Io oggi sono andata al lavoro per parlare con lui e l'ho registrato mentre mi diceva che se non gli porto la lettera del licenziamento non vedo nessun centesimo. Io adesso vorrei sapere cosa devo fare ? cosa posso fare ? in ferie sono andata con il suo accordo non ho fatto di testa mia.

Studio Associato Zaninotto e Villani

20/08/2012 17:16:49

Se le cose stanno come dice, e non ho motivo di dubitarne, non firmi nessuna lettera di dimissioni e si rivolga subito ad un Avvocato o un Consulente del Lavoro o ad un'organizzazione sindacale per far valere i Suoi diriti. Non può essere licenziata se non per comprovata giusta causa o giustificato motivo ed ha diritto a terminare il periodo di apprendistato in corso. Naturalmente ha diritto a percepire tutte le spettanze maturate sino ad oggi e, nel caso di licenziamento anticipato rispetto alla naturale scadenza del periodo formativo, anche le retribuzioni sino a tale scadenza.

Dott. Claudio Zaninotto
Consulente del Lavoro
Studio Associato Zaninotto e Villani

Con l'inserimento dei miei dati dichiaro di aver preso visione ed accettato il Trattamento dei Dati

CESSAZIONE DEL RAPPORTO DI LAVORO: VOCI CORRELATE

Licenziamento per giustificato motivo soggettivo

di Dott. Gabriele Arveda del 31/03/2011

Licenziamento: atto di recesso dal contratto di lavoro operato dal datore di lavoro; è un negozio un..

Licenziamento ad nutum

di Dott. Gabriele Arveda del 10/01/2011

Il licenziamento costituisce una forma di recesso dal contratto di lavoro attuata unilateralmente da..

Lavoro: procedure conciliative e arbitrali

di Avv. Nicola Soldati del 26/10/2011

Colui che intende proporre in giudizio una domanda relativa ai rapporti previsti dall'articolo 409 c..

Impugnazione del licenziamento

di Dott. Gabriele Arveda del 10/01/2011

L’impugnazione consiste in un atto scritto con il quale il lavoratore esprime la volontà di contesta..

Risoluzione consensuale

di Avv. Chiara Pederzoli del 13/10/2011

Tra le cause di cessazione del rapporto di lavoro vi è anche l'eventuale risoluzione consensuale, la..