Custodia di materie esplodenti: definizione
La custodia di materie esplodenti deve essere denunciata
alle autorità: nel caso in cui tale denuncia non venga effettuata, ci si rende
autori di un reato punito dall'articolo 679 del codice penale. Il dispositivo
in questione prevede una ammenda fino a 371 euro o l'arresto fino a 12 mesi per
chi omette di denunciare la detenzione di qualsiasi tipo di materie
esplodenti e materie infiammabili, da ritenersi pericolose per la loro
quantità o per la loro qualità. L'omissione di denuncia da parte di chi è
consapevole di abitare in un luogo in cui sono presenti materie
esplodenti comporta, invece, una ammenda fino a 247 euro. Nel caso in
cui non venga rispettato l'ordine delle autorità di consegnare le materie
esplodenti secondo i termini prescritti è prevista una ammenda da un
minimo di 37 a un massimo di 619 euro (o l'arreso da 3 a 36 mesi).
A chi deve essere denunciata la custodia di materie esplodenti?
La denuncia deve essere presentata nel momento in cui si venga in possesso
di materie esplodenti per eredità o per acquisto personale. A tale
scopo ci si deve rivolgere al commissariato di zona o alla questura,
richiedendo il modulo apposito.
1. Qual è il riferimento normativo in materia?
La classificazione giuridica delle materie esplodenti si
basa sull'articolo 53 del TULPS11, che distingue gli esplosivi tra quelli che
vengono riconosciuti dal Ministero dell'Interno e quelli che non vengono
riconosciuti. L'articolo in questione specifica il divieto di fabbricare, di
vendere, di trasportare e di tenere in casa o in altro luogo prodotti
esplodenti non riconosciuti a livello ministeriale (per la classificazione di
tali prodotti si fa riferimento al parere di una commissione tecnica).
2. Come avviene il riconoscimento delle materie esplodenti?
La Commissione consultiva per le armi da sparo rilascia un parere per il
riconoscimento e la classificazione dei prodotti esplodenti, pronunciandosi a
proposito della loro composizione e della loro natura, oltre che delle potenzialità
delle materie infiammabili, con riferimento in particolare
all'incolumità e alla sicurezza pubblica. Per quel che concerne gli esplosivi
che non vengono riconosciuti, essi non possono essere usati per nessuna
attività.
3. Come vengono distinti gli esplosivi riconosciuti?
Sono cinque le categorie in cui vengono classificati gli esplosivi riconosciuti:
la prima comprende le polveri e i prodotti affini negli effetti esplodenti; la
seconda comprende le dinamiti e i prodotti affini negli effetti esplodenti; la
terza include i detonanti e i prodotti affini negli effetti esplodenti; la
quarta include gli artifici e i prodotti affini negli effetti esplodenti; la
quinta comprende le munizioni di sicurezza e i giocattoli pirici.
4. Cosa prevede la legge a proposito delle autorizzazioni di polizia?
Le autorizzazioni di polizia devono essere considerate propedeutiche
rispetto a qualsiasi tipo di attività che riguardi i materiali
esplodenti: esse non possono essere rilasciate a chi in passato abbia
riportato una condanna per porto abusivo di armi, per diserzione in tempo di
guerra, per furto, per estorsione, per rapina, per sequestro di persona a scopo
di rapina o per delitti contro l'ordine pubblico o contro la personalità dello
Stato. L'autorità di pubblica sicurezza può richiedere a chi vuole custodire
materie esplodenti un certificato medico che attesti l'assenza di vizi
in grado di diminuire la capacità di intendere e di volere, anche se solo in
maniera temporanea, o di malattie mentali.