Contratti internazionali franchising: definizione
Nell'ambito dei contratti internazionali, il franchising
viene spesso sfruttato dalle imprese che hanno intenzione di espandersi
all'estero: occorre mettere in evidenza, però, che la formula non è di semplice
applicazione, a causa di un regime internazionale poco armonizzato. Sono
diversi, d'altro canto, i Paesi che si stanno impegnando per introdurre
legislazioni finalizzate alla protezione del franchisee, in modo particolare
dal punto di vista della fase precontrattuale, con obblighi di informazione che
coinvolgono il franchisor. Il franchising, sotto il profilo economico, non è
altro che una forma di commercializzazione grazie alla quale i
servizi o i prodotti di un'impresa possono essere distribuiti al dettaglio
tramite un network di punti vendita che, pur essendo indipendenti, sono
accomunati dal marchio, in modo tale che risultino elementi di una stessa
catena. Il franchisor mette a punto e fornisce un know-how particolare, per
esempio sotto forma di speciali tecniche di vendita.
Come funziona il franchising nei contratti internazionali?
Si immagini il caso di un'azienda italiana che ha intenzione di ricorrere al
franchising in uno o più Paesi stranieri. Sono molti gli
aspetti di cui bisogna occuparsi, a partire dalla conclusione dei contratti da
stipulare direttamente con i franchisees locali: a volte può rendersi
necessario il ricorso a un agente cosiddetto area representative, il cui
compito è quello di trovare franchisees potenziali per il franchisor e, in
seguito, dare ai franchisees stessi assistenza e formazione. La conclusione di
un accordo di area development è un altro passaggio fondamentale: la
controparte che lo sottoscrive si impegna a dare vita a varie unità di
franchising e a farle crescere per conto e in nome del franchisor.
Le imprese
che vogliono espandersi all'estero.
1. Come devono essere disciplinati i contratti internazionali di franchising?
I contratti internazionali di franchising devono essere disciplinati con
cura e attenzione: per questo è consigliabile fare affidamento sulla competenza
di consulenti esperti nel settore. Per la riuscita della formula, in effetti, è
indispensabile conoscere le modalità con le quali il rapporto di
franchising sarà regolato, al fine di preparare un contratto ad hoc.
Uno dei primi passi che, in questo senso, devono essere compiuti dall'impresa
italiana consiste nell'identificare la legge che deve essere applicata: come
noto, nel caso dei contratti internazionali questo è uno degli aspetti più
delicati. Nel caso in cui non si puntualizzi quale legge debba essere applicata
al contratto di franchising, esso è disciplinato da quella in vigore nel Paese
in cui risiede abitualmente il franchisee, secondo quanto
previsto dal Regolamento Roma I n. 593 all'articolo 4. Nel momento in cui si
decide qual è la legge che deve essere applicata al contratto, invece,
l'accordo può essere gestito più facilmente.
2. Cosa si intende quando si parla di norme di applicazione necessaria?
Il franchisor italiano è tenuto a prendere in esame anche
la legge del Paese in cui si trova il franchisee allo scopo di accertare se
siano presenti delle norme da considerare come norme di applicazione necessaria
sulla base delle regole di diritto internazionale privato. In sostanza, le
norme di applicazione necessaria sono quelle che devono essere rispettate
obbligatoriamente nel Paese in cui sono applicate ai fini della protezione dei
suoi interessi: norme, cioè, che devono essere applicate sempre e comunque, al
di là di ciò che è previsto in un contratto. Ecco, quindi, che in queste
circostanze il modello contrattuale deve essere adeguato a tali norme.