Inquadramento previdenziale delle Aziende: definizione
L'inquadramento previdenziale delle aziende nei vari settori di
attività è eseguito dall'Inps, che - a prescindere dal contratto collettivo che
le aziende applicano - tiene conto unicamente dell'attività che viene
esercitata effettivamente. Il principale riferimento normativo in materia è
rappresentato dalla legge n. 88 del 9 marzo del 1989, la quale prevede -
all'articolo 49 - che la classificazione dei datori di lavoro che viene decisa
dall'Inps abbia effetti concreti sia dal punto di vista assistenziale che dal
punto di vista previdenziale. L'inquadramento che viene
stabilito dall'Inps è più importante delle decisioni di qualsiasi altro ente: è
questo il motivo per il quale è in vigore il cosiddetto principio dell'inquadramento
unico, in funzione del quale la concessione di specifiche agevolazioni - come
per esempio fiscalizzazioni e sgravi - ai datori di lavoro non può essere
scissa dall'inquadramento previdenziale. E lo stesso dicasi per
l'applicazione di particolari regimi contributivi per i dipendenti, come
l'iscrizione dei dirigenti di aziende del commercio all'Inpdai.
Su quali fattori si basa l'inquadramento previdenziale delle aziende?
L'inquadramento previdenziale delle aziende si basa su vari
settori: il settore industria, il settore artigianato, il settore terziario, il
settore agricoltura, il settore credito e il settore attività varie. Dopo che è
stata presentata la domanda di iscrizione alla sede di competenza, viene
assegnata dall'Inps una posizione contributiva, che include un codice
statistico contributivo e un numero di matricola, formato da dieci cifre, di
cui le prime due servono a identificare la provincia a cui si appartiene.
1. Quali sono le attività comprese nel settore industria?
Del settore industria fanno parte le attività dell'edilizia, le attività manifatturiere,
le attività della pesca, le attività impiantistiche, le attività estrattive, le
attività di produzione e di distribuzione dell'energia, dell'acqua e del gas,
le attività delle comunicazioni e dei trasporti, le attività dello spettacolo e
le attività ausiliarie.
2. Quali sono le attività comprese nel settore artigianato?
Come indicato dalla legge n. 443 dell'8 agosto del 1985, del settore
artigianato fanno parte le attività il cui scopo principale consiste nella
prestazione di servizi o nella produzione di beni; sono escluse le attività di
prestazione di servizi commerciali, le attività agricole, le attività di
somministrazione al pubblico di bevande e alimenti e le attività di
intermediazione nella circolazione dei beni.
3. Quali sono le attività comprese nel settore agricoltura?
Del settore agricoltura fanno parte le attività che sono dirette
all'allevamento degli animali, alla silvicoltura e alla coltivazione dei fondi.
Sono attività agricole anche quelle attinenti alla bachicoltura e all'apicoltura,
le attività di allevamento dei selvatici a scopo alimentare e quelle di
allevamento delle specie itticole, cunicole avicole e suinicole.
4. Quali sono le attività comprese nel settore terziario?
Del settore terziario fanno parte le attività commerciali, tra le quali
rientrano anche le attività turistiche, oltre alle attività artistiche, alle
attività professionali e alle attività di prestazione e di intermediazione di
servizi finanziari.
5. Quali sono le attività comprese nel settore credito?
Del settore credito fanno parte le attività bancarie, le attività
esattoriali, le attività assicurative e le attività di credito.
6. Che cosa succede nel caso di datori di lavoro le cui attività rientrino in settori differenti?
Per i datori di lavoro impegnati in attività plurime, ognuna delle quali
priva di autonomia gestionale e organizzativa, è necessario richiedere un
decreto di aggregazione a un settore; la richiesta deve essere inoltrata al
ministero del Lavoro.