Gradi di giudizio: definizione
I gradi di giudizio rappresentano le “tappe” in cui si articolano i procedimenti giudiziari, cioè gli insiemi di atti con cui i giudici decidono in una controversia in ambito civile o accertano il compimento di un reato in ambito penale. Il primo grado si svolge presso il tribunale competente per territorio e per materia; il secondo grado, che corrisponde all’appello, si svolge presso l’organo che riesamina il procedimento e gli atti del primo grado; il terzo grado si svolge presso la Corte di Cassazione, che verifica se il giudice di secondo grado ha applicato la legge in maniera corretta ma non entra nel merito dei fatti e della loro ricostruzione. La Corte di Cassazione, in sostanza, non fornisce un giudizio di merito ma di legittimità, proprio perché non interviene a proposito della rilevanza degli elementi che sono stati acquisiti come prova. I ricorsi contro le sentenze di appello vengono rivolti proprio alla Corte di Cassazione, che è unica (la sua sede si trova a Roma) e rappresenta la corte suprema italiana: ciò vuol dire che le sue decisioni non sono appellabili, in quanto definitive. Si tratta dell’ultimo organo di giurisdizione penale e civile.
Quali sono i giudici di primo grado?
Fanno parte dei giudici di primo grado: i giudici di pace, che possono essere chiamati in causa solo per giudicare i reati di gravità minore (come la diffamazione, l’ingiuria e le lesioni personali) e le cause di valore contenuto; la Corte di Assise (composta da due magistrati e sei giurati, cioè giudici popolari), che si occupa dei delitti più gravi in ambito penale per cui è prevista una pena superiore ai 24 anni di reclusione; e i tribunali, che giudicano – invece – tutte le altre questioni, non attribuite al giudice di pace o alla Corte di Assise.
Perché ci sono tre gradi di giudizio in Italia?
Le decisioni dei giudici di primo grado possono essere contestate facendo appello ai giudici di secondo grado. Nel caso in cui il giudice di primo grado sia un giudice di pace, il giudice di secondo grado è il tribunale; nel caso in cui il giudice di primo grado sia il tribunale, il giudice di secondo grado è la Corte di Appello; nel caso in cui il giudice di primo grado sia la Corte di Assise, il giudice di secondo grado è la Corte di Assise di Appello. Lo scopo del secondo grado di giudizio è quello di fare in modo che la controversia venga di nuovo presa in esame nel merito, e quindi verificare e accertare ancora i fatti in modo tale che si arrivi a una nuova sentenza che, naturalmente, farà le veci di quella precedente. Il terzo grado, come detto, dà il verdetto definitivo.
Un avvocato penalista o civilista, a seconda dei casi.