Incapacità della persona: definizione
Il concetto di incapacità della persona è molto ampio, in quanto può fare riferimento sia all'incapacità naturale che all'incapacità legale. L'incapacità naturale è, semplicemente, la situazione per cui un soggetto che di solito è capace non è in grado, per motivi contingenti, di valutare in maniera adeguata le conseguenze dell'attività svolta. Dal punto di vista legale, il problema principale consiste nel disciplinare e normare le conseguenze giuridiche che derivano dagli atti che vengono compiuti dal soggetto incapace naturale. Al riguardo, l'ordinamento prevede una distinzione tra atti personalissimi, atti unilaterali e contratti. Per quel che riguarda gli atti personalissimi, l'impugnabilità in casi specifici come le donazioni, i matrimoni e i testamenti derivano unicamente dal compimento dell'atto da parte del soggetto incapace naturale. Perché gli atti unilaterali possano essere annullati, invece, è indispensabile che in capo all'incapace si sia prodotto un grave pregiudizio. Per l'annullamento dei contratti, infine, c'è bisogno della malafede del contraente capace, vale a dire la sua consapevolezza che l'incapace sia tale, da cui deriva la volontà di trarne vantaggio. L'incapacità legale, invece, è quella stabilita dalla legge.
Che cos'è l'incapacità legale assoluta?
L'incapacità legale assoluta rappresenta una forma di incapacità che impedisce a chi è coinvolto di svolgere qualsiasi tipo di atto giuridico: l'interdizione legale, l'interdizione giudiziale e la minore età sono tre esempi di incapacità assoluta. Per quel che concerne l'interdizione giudiziale, essa dipende dal giudice che la pronuncia con una sentenza ad hoc, ed è regolata dagli articoli 414 e seguenti del Codice Civile: riguarda, in sostanza, i soggetti - come per esempio i minorati mentali - che di norma sono incapaci di intendere e di volere. Va ricordato, poi, che gli atti compiuti da minorenni che hanno occultato la propria età non possono essere annullati.
Che cos'è l'incapacità legale relativa?
A differenza dell'incapacità legale assoluta, quella relativa permette ai soggetti di svolgere determinati atti giuridici: sono esclusi, in sostanza, gli atti che hanno un effetto sul patrimonio, mentre gli atti di ordinaria amministrazione possono essere compiuti. L'incapacità legale relativa può presupporre l'emancipazione o l'inabilitazione: nel primo caso coinvolge un soggetto minorenne che ottiene dal tribunale l'autorizzazione a sposarsi prima di compiere diciotto anni; nel secondo caso riguarda i soggetti che si trovano in uno stato di infermità mentale che non richiede l'interdizione e quelli che si trovano in uno stato patologico, vale a dire una condizione che potrebbe influenzare la capacità di intendere e di volere. L'inabilitazione può essere revocata in qualsiasi momento, a patto che - ovviamente - non sia più in essere la ragione che l'ha generata.
Il giudice che stabilisce l'interdizione.