Locazione novazione: definizione
Riprendendo la definizione del codice civile, si parla di novazione nel
momento in cui le parti ricorrono a una nuova obbligazione, con un titolo o un
oggetto diversi, per sostituire l'obbligazione originaria. Essa rappresenta una
modalità di estinzione dell'obbligazione che si differenzia rispetto
all'adempimento. Per quel che concerne i contratti di locazione, si può parlare
di novazione solo se al di là della variazione del titolo e
dell'oggetto della prestazione sono presenti anche gli elementi della causa e
dell'animus novandi: accertare tali elementi è un compito del giudice di
merito. Non è sufficiente, pertanto, una variazione del termine di scadenza,
così come non basta la modifica della misura del canone, in quanto in tutti e
due i casi si tratta di modificazioni accessorie.
In che cosa consiste la novazione oggettiva?
Ci si riferisce alla novazione oggettiva per indicare un
contratto attraverso cui le parti coinvolte in un rapporto obbligatorio
giungono all'estinzione dell'obbligazione originaria, la quale viene sostituita
con una obbligazione nuova, che differisce per titolo o per oggetto. La novazione
soggettiva, invece, si ha nel momento in cui la differenza è relativa ai
soggetti. La volontà di arrivare all'estinzione dell'obbligazione originaria
non può essere fraintendibile e deve risultare in maniera tale che non sia
equivocabile.
1. Che differenza c'è tra la novazione reale e la novazione causale?
La novazione reale si verifica nel momento in cui a
cambiare è l'oggetto dell'obbligazione, mentre la novazione causale si
verifica nel momento in cui a cambiare è il titolo. Un esempio di novazione
reale si ha nel caso in cui il soggetto A paghi l'affitto per una
stanza che B si impegna a consegnargli in un giorno pre-stabilito. Prima della
consegna, però, le parti si accordano in modo che A riceva una stanza diversa;
così si estingue l'obbligo di consegnare la stanza del primo accordo, mentre
subentra l'obbligo di consegnare la seconda stanza. Un esempio di novazione
causale si ha, invece, nel caso in cui il soggetto A debba pagare un
certo importo in denaro avuto in deposito dal soggetto B e prima della
restituzione le due parti arrivino a un accordo in virtù del quale il contratto
di deposito viene convertito in un contratto di mutuo, così che la somma da
restituire sia trattenuta come canone.
2. Che cosa si intende con animus novandi?
L'animus novandi rappresenta la volontà di arrivare alla conclusione
della novazione e corrisponde al suo elemento soggettivo. Non
è indispensabile che le parti abbiano l'effettiva intenzione di sottoscrivere
un accordo che possa essere qualificato come novazione, mentre è
necessario che le parti abbiano la volontà di sostituire la precedente
obbligazione con una nuova. Ai fini della qualificazione dell'accordo non conta
che le parti desiderino o meno una novazione. Va detto che per una
parte della dottrina non è necessaria la presenza dell'animus novandi affinché
si possa essere in presenza di una novazione, ma occorre che si
verifichi semplicemente il mutamento significativo del titolo o dell'oggetto
del rapporto.
3. Che cosa comporta la sostituzione del titolo?
In alcune circostanze si può avere a che fare con un mutamento anche minimo
del titolo, che risulta di entità modesta: per esempio, si può verificare un
cambiamento della tipologia contrattuale, anche se il contenuto dell'accordo in
sostanza non si modifica. Per capire se c'è una novazione, occorre
indagare il caso specifico.