Figli adottati diritti e doveri: definizione
L'adozione è un istituto giuridico particolare che dà la
possibilità a un soggetto di trattare come figlio un altro soggetto che ne
assume il cognome. I requisiti per l'adozione sono regolamentati dalla Legge
numero 184 del 4 maggio del 1983, che prevede la facoltà di adottare un minore
non solo in Italia - si parla, in questo caso, di adozione nazionale - ma anche
in un Paese estero che aderisca alla Convenzione dell'Aja per la tutela dei
minori e la cooperazione in materia di adozione internazionale o in un Paese
che abbia stipulato con l'Italia in materia di adozione un patto bilaterale -
si parla, in questo caso, di adozione internazionale -.
Quali sono i requisiti per un'adozione?
La legge prevede che gli adottanti siano sposati da almeno tre anni:
tale periodo può essere raggiunto anche calcolando l'eventuale convivenza more
uxorio prima del matrimonio. Non deve, inoltre, esserci alcuna separazione. I
soggetti che intendono adottare devono essere ritenuti adatti a istruire ed
educare i minori, oltre che a mantenerli dal punto di vista economico: a valutare
la loro idoneità è il tribunale dei minori di competenza, attraverso i servizi
sociali del Comune di riferimento. Inoltre, è indispensabile che tra i genitori
adottivi e il soggetto da adottare vi sia una differenza di età non inferiore
ai 18 anni e non superiore ai 45 anni; in realtà, uno dei due genitori può
anche avere una differenza di età di più di 45 anni, ma comunque non deve
superare i 55 anni. Questo limite può essere derogato nel caso in cui vengano
adottati insieme due o più fratelli o in famiglia sia già presente un figlio
minorenne.
1. Quali sono i diritti dei genitori nel corso del procedimento di adozione?
Se i genitori sono lavoratori dipendenti, hanno diritto a una specifica
forma di congedo di lavoro nel caso in cui, per la pratica
dell'adozione, siano costretti a recarsi all'estero. La durata di congedo
corrisponde al periodo di soggiorno nel Paese straniero, e possono usufruirne
tutti e due i genitori, ai quali, però, non spetta alcuna retribuzione o
indennità. La durata della permanenza fuori dall'Italia viene certificata
dall'ente che ha il compito di controllare l'adozione. Inoltre, una madre
lavoratrice ha anche il diritto di godere del congedo di maternità: si tratta
di un periodo di astensione dal lavoro di cinque mesi e un giorno, a
prescindere dall'età del figlio adottato. Tale congedo vale, per le adozioni
internazionali, per i cinque mesi successivi alla data di ingresso
dell'adottato in Italia, facendo riferimento alla data di autorizzazione
dell'ingresso. Durante il congedo di maternità, alla madre lavoratrice viene
assegnata un'indennità corrispondente all'80% della retribuzione media
giornaliera ricevuta il mese precedente.
2. Quali sono i diritti e i doveri di una persona che viene adottata dopo avere compiuto i diciotto anni?
Il soggetto conserva tutti i doveri e tutti i diritti
rispetto alla sua famiglia di origine, fermo restando che la procedura di
adozione non determina alcun tipo di rapporto, sul piano civile, tra la
famiglia originale dell'adottato e la famiglia che lo adotta; non ci sono,
inoltre, rapporti civili tra l'adottato e i parenti della famiglia che lo
adotta.
3. Cosa succede se un genitore adottivo perde la patria potestà?
Dopo avere perso la patria potestà, un genitore adottivo è
comunque tenuto a mantenere dal punto di vista economico il proprio figlio,
pagando la retta della casa famiglia cui il figlio stesso viene affidato. In
seguito all'adozione, in sostanza, i genitori adottivi assumono tutti gli
obblighi che caratterizzano il rapporto tra i genitori naturali e i propri
figli.