Lavoro a turni: definizione
Per essere definito lavoratore a turni, l’orario di lavoro del dipendente deve essere inserito nel quadro lavoro a turni.
Dott.ssa Giorgia Signaroldi
Consulente del Lavoro
Studio Signaroldi Dott.ssa Giorgia
- turno unico: il meccanismo permette l’utilizzo degli impianti per 6 giorni lavorativi, mantenendo gli orari di lavoro entro il massimo previsto. Tale sistema prevede 4 lavoratori che si avvicendano su 3 posti, prevedendo un riposo ogni 3 giorni;
- a squadre: viene considerato lavoro a squadre l’organizzazione per cui i lavoratori si avvicendano nella stessa postazione nel corso della giornata. Possono essere previsti 2 o 3 turni, nell’ultimo caso il 3° turno è considerato lavoro di notte (normalmente dalle 22 alle 6). Il datore di lavoro ha potere di decidere sia le turnazioni, sia i riposi, sia la composizione delle squadre, entro i limiti dei contratti collettivi e prevedendo eventualmente una maggiorazione per compensare i disagi;
- ciclo continuo: viene adottato quando sussiste la necessità di funzionamento degli impianti aziendali 24 ore al giorno, 7 giorni la settimana. Il numero dei lavoratori è calcolato dividendo le ore della settimana per l’orario settimanale adottato.
Quasi tutti i contratti collettivi prevedono una riduzione annua dell’orario di lavoro di 40 ore o più, che può essere utilizzato concretamente:
- in modo individuale: le ore ridotte si trasformano in permessi retribuiti da godere in gruppi di 8 ore;
- in modo collettivo: effettiva riduzione dell’orario di lavoro.
Lo strumento della flessibilità prevede l’adozione di un orario multiperiodale che consente all’azienda di superare l’orario normale di lavoro in determinati periodi per ridurlo nei periodi successivi, senza che l’incremento sia considerato straordinario.
- datore di lavoro
- turnisti
- sindacati.