Cittadinanza Ius Soli: definizione
Quando si parla di ius soli, si chiama in causa
un'espressione giuridica che riguarda l'acquisizione della cittadinanza di un
Paese in conseguenza dell'essere nati sul territorio di quel Paese, a
prescindere dalla cittadinanza dei genitori. Lo ius soli si contrappone,
quindi, allo ius sanguinis (la prima espressione vuol dire, letteralmente,
"diritto del suolo", mentre la seconda significa "diritto del
sangue"), che, invece, corrisponde alla trasmissione della cittadinanza
del genitore al figlio. Lo ius soli cambia a seconda della nazione di
riferimento: per esempio il Canada e gli Stati Uniti applicano tale diritto
senza condizioni, in maniera automatica, mentre la Grecia, il Regno Unito e il
Portogallo pongono delle condizioni.
Qual è la situazione dello ius soli in Italia?
Nel nostro Paese, lo ius soli viene applicato unicamente in situazioni
speciali, applicando le regole che si propongono lo scopo di evitare l'apolidia.
In particolare, vi si ricorre in due casi come norma residuale: quando il
soggetto è figlio di ignoti ed è stato trovato in Italia o quando il soggetto è
nato in Italia da genitori apolidi, ignoti o impossibilitati a trasmettergli la
propria cittadinanza. Vi è, poi, una interpretazione indiretta del diritto,
tramite la quale il soggetto straniero che nasce in Italia e che vi abbia
sempre mantenuto la residenza ha la possibilità di chiedere e ottenere, una
volta diventato maggiorenne, la cittadinanza italiana, anche se non sussistono
le condizioni richieste di solito, come le circostanze di merito, l'incensuratezza
e il reddito sufficiente. Questa facoltà, in ogni caso, può essere esercitata
unicamente entro un anno dal compimento dei 18 anni: trascorso questo termine,
si può ottenere la cittadinanza unicamente passando per le norme ordinarie.
L'ufficio anagrafe del Comune di residenza o l'ufficiale dello stato
civile.
1. Come si regolano gli altri Paesi in materia di ius soli?
Può essere interessante dare un'occhiata alla situazione della Francia,
che pur trovandosi al confine con l'Italia propone una realtà molto diversa,
anche per la presenza molto più consistente di immigrati di seconda e di terza
generazione. Dal 1994 in poi, chi nasce in Francia da genitori stranieri ha il
diritto di richiedere la cittadinanza solo se ha vissuto per non meno di cinque
anni in territorio francese in maniera stabile. La Legge Guigou, entrata in
vigore nel 1998, ha sancito che chi è nato in Francia da genitori stranieri può
diventare automaticamente cittadino francese al compimento dei diciotto anni se
i genitori, alla sua nascita, erano in possesso di un permesso di soggiorno,
ferma restando la condizione necessaria di avere vissuto per non meno di cinque
anni in territorio francese in maniera stabile. Diversa, come detto, la
situazione negli Stati Uniti, la cui costituzione, al
Quattordicesimo Emendamento, prevede che chiunque nasca sul territorio
nazionale e sia soggetto alla sua giurisdizione diventa in automatico un
cittadino statunitense (eccezion fatta per le truppe straniere e il personale
del corpo diplomatico).
2. Quali sono gli ultimi sviluppi in Italia da questo punto di vista?
La questione è molto controversa, e foriera di un acceso dibattito
politico. Pare che, attualmente, sia in procinto di entrare in vigore
una legge che sancisce che possono acquisire la cittadinanza per nascita tutti
coloro che nascono da genitori stranieri nel nostro Paese a patto che almeno
uno dei genitori abbia il permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo
periodo. Secondo questa legge, al fine di ottenere la cittadinanza è necessaria
una dichiarazione di volontà esplicitata da uno dei genitori o comunque da chi
esercita la responsabilità genitoriale. La dichiarazione va espressa
all'ufficiale dello stato civile del Comune in cui il soggetto è residente
prima che diventi maggiorenne. Questa fattispecie di acquisizione della
cittadinanza per nascita non varrebbe, però, per i cittadini europei.