Piano di edilizia economica e popolare: definizione
Il piano di edilizia economica e popolare è uno strumento attuativo dei piani urbanistici generali che deve essere formato, oltre che da tutti i Comuni che sono capoluogo di provincia, dai Comuni che hanno una popolazione di più di 50mila abitanti. Avendo valore di piano particolareggiato, il piano di edilizia economica e popolare ha lo scopo di individuare le aree che devono essere destinate alla realizzazione degli alloggi popolari insieme con i servizi sociali e urbani complementari, incluse le zone a verde pubblico. Anche i Comuni con meno di 50mila abitanti e che non sono capoluogo di provincia hanno la possibilità di formare il piano in questione, a patto di manifestarne le ragioni nella delibera di adozione relativa. Inoltre, ogni Regione con un decreto può disporre che i Comuni non obbligati a formare il piano di edilizia economica e popolare lo facciano nel caso in cui abbiano una popolazione di più di 20mila abitanti, abbiano fatto registrare uno straordinario incremento demografico, siano riconosciuti come stazioni di turismo, soggiorno o cura, siano confinanti con un Comune obbligato, abbiano un indice di affollamento di più di 1.5 secondo i dati Istat o abbiano una percentuale di abitazioni malsane non inferiore all'8%. Le Regioni, inoltre, possono disporre la costituzione di consorzi obbligatori, su richiesta di un Comune interessato, così come Comuni limitrofi sono legittimati a dare vita a un consorzio con il fine di dar vita a un piano di zona consortile.
Quali sono gli elementi che devono essere contenuti nel piano di edilizia economica e popolare?
Nel piano di edilizia economica e popolare deve essere stabilita la suddivisione delle aree in lotti con la segnalazione della tipologia edilizia, della volumetria dei singoli edifici e della loro ubicazione. Devono essere riportate, inoltre, la delimitazione degli spazi destinati a impianti e opere di interesse pubblico e degli spazi riservati a edifici di culto ed edifici pubblici, tenendo conto dei dimensionamenti previsti dal D.M. 1444 del 1968. Oltre all'indicazione della rete stradale, vanno individuati anche gli spazi assegnati - se previsti - ai centri commerciali al dettaglio e a quelli all'ingrosso, inclusi i mercati rionali e i grandi esercizi di vendita con più di 1500 metri quadri di superficie.
I Comuni con più di 50mila abitanti e i Comuni che sono capoluogo di provincia.