Piano regolatore generale intercomunale: definizione
Nell'ordinamento del nostro Paese, il piano regolatore generale intercomunale rappresenta uno strumento normativo attraverso il quale, in un'area su cui insistono territori che fanno parte di Comuni differenti, viene regolata l'attività edificatoria. Può essere considerato, da un certo punto di vista, come un piano regolatore generale che viene redatto non da una sola amministrazione comunale ma da più amministrazioni, in una partecipazione congiunta. A richiedere il piano regolatore generale intercomunale può essere un Comune o un ente sovracomunale come la Regione o la Provincia.
Come si redige un piano regolatore generale intercomunale?
Le caratteristiche degli elaborati relativi ai piani regolatori generali intercomunali non sono diverse da quelle dei piani regolatori generali: deve essere previsto, pertanto, un piano di inquadramento del territorio in scala 1:50.000, accompagnato da uno stralcio del piano territoriale di coordinamento, da una descrizione dello stato attuale e da un progetto architettonico a scala urbana, il quale deve includere un piano di viabilità e un piano di azzonamento. Del piano regolatore generale intercomunale devono fare parte anche una relazione tecnica illustrativa, una tavola di delimitazione, una tavola dei piani attuativi per la localizzazione delle aree che sono oggetto di strumenti attuativi, la stima sommaria dei costi, una tavola per la verifica del rispetto degli standard urbanistici e una tavola con le zone omogenee oggetto di zonizzazione, evidenziate e perimetrate. I contenuti del piano riguardano la rete principale delle infrastrutture, le aree che devono essere destinate ai fabbricati di uso pubblico, gli spazi che devono essere destinati ai fabbricati di uso pubblico e la zonizzazione del territorio dei Comuni.
Le amministrazioni comunali o gli enti sovracomunali, vale a dire le Province e le Regioni.