Gestione infedele del risparmio: definizione
Il reato di gestione infedele del risparmio, previsto dall'articolo 167 del Testo Unico sulla Finanza, punisce con l'arresto da un minimo di sei mesi a un massimo di tre anni o con una multa da un minimo di 5.165 euro a un massimo di 103.291 euro chi, svolgendo il servizio di gestione collettiva del risparmio o il servizio di gestione di portafogli, mette in atto operazioni - violando le disposizioni che normano i conflitti di interesse - che danneggiano gli investitori, sia per ottenere un profitto personale, sia per procurare un profitto ingiusto ad altre persone.
Perché è stato introdotto il reato di gestione infedele del risparmio?
L'articolo 167 del Testo Unico sulla Finanza è stato introdotto nel nostro ordinamento allo scopo di identificare una fattispecie di infedeltà patrimoniale che è volta in modo particolare a colpire le attività infedeli dei cosiddetti gestori professionali del risparmio.
Gli addetti ai lavori in generale hanno salutato e accolto in modo positivo tale norma, anche perché essa ha colmato un vuoto di tutela a causa del quale gli operatori del diritto in precedenza erano in un certo senso obbligati ad andare oltre il reato di appropriazione indebita, previsto dall'articolo 646 del Codice Penale, che era l'unico posto a protezione dell'integrità dei patrimoni. Il problema, però, era che l'appropriazione indebita non forniva una copertura adeguata alle circostanze per le quali i gestori di fondi di altri soggetti arrivavano a tradire la loro fiducia.
Non solo: anche il reato sancito dall'articolo 640 del Codice Penale, e cioè quello di truffa, non era in grado di colpire in modo adeguato i comportamenti non leciti degli intermediari infedeli. Insomma, per la fiducia degli investitori questo era un problema di non poco conto: gli investitori stessi che si trovavano ad avere a che fare con gestori poco cristallini, infatti, non vedevano garantite le proprie ragioni dal sistema penale, che non li tutelava in maniera idonea.
Un avvocato penalista, possibilmente specializzato in diritto penale commerciale.