Violazione di corrispondenza: definizione
La violazione di corrispondenza è un reato disciplinato dall'articolo 616 del codice penale, che prevede la reclusione fino a un anno o una multa fino a 516 euro (da un minimo di 30 euro) per chi prenda cognizione del contenuto di una corrispondenza chiusa che non è destinata a lui: la condotta in questione si configura anche nel caso in cui il contenuto della corrispondenza non sia effettivamente letto, dal momento che è sufficiente che il responsabile abbia considerato una parte del contenuto stesso (quel che succede, per esempio, se il contenuto di una lettera viene osservato in controluce, senza che la busta sia effettivamente aperta. Si parla di violazione di corrispondenza anche per chi distrae o sottrae una corrispondenza, al di là del fatto che sia aperta o chiusa, per prenderne cognizione o per fare in modo che siano altri a prenderne cognizione, o per chi la sopprime o la distrugge. Un caso tipico di soppressione di corrispondenza è quello che si concretizza nel momento in cui un postino, non riuscendo a recapitarla, decide di sbarazzarsene buttandola nella spazzatura. La reclusione viene aumentata fino a tre anni se il colpevole rivela, in misura parziale o totale, il contenuto della corrispondenza senza giusta causa. Il delitto di violazione di corrispondenza viene punito solo a querela della persona offesa.
Che cosa si intende con "corrispondenza"?
La corrispondenza può essere di qualsiasi tipo: di natura telematica, di natura informatica, di natura telefonica, di natura telegrafica, di natura epistolare o realizzata in qualsiasi altro modo o con qualsiasi altra forma di comunicazione a distanza.
Un avvocato penalista.