Corruzione di minorenne: definizione
La corruzione di minorenne è un reato previsto dall'articolo 609
quinquies del Codice Penale, che stabilisce la punizione con la reclusione da
uno a cinque anni per chiunque si renda protagonista di atti sessuali compiuti
di fronte a una persona con meno di 14 anni di età. La stessa punizione è
prevista per chiunque faccia assistere al minore di 14 anni alla mostra di
materiale pornografico o al compimento di atti sessuali con l'obiettivo di
convincerlo a subire o a compiere atti sessuali. Si aumenta la pena nel caso in cui il reato venga
compiuto dal membro di un'associazione per delinquere e abbia lo scopo di
favorirne l'attività, nel caso in cui dal reato derivi un pregiudizio grave per
il minore per colpa della reiterazione delle condotte, nel caso in cui il reato
venga compiuto da più persone insieme o nel caso in cui il reato venga compiuto
con violenze gravi. Ancora, se il colpevole è il tutore del minore di 14 anni,
un ascendente, un genitore naturale, un genitore adottivo, il convivente di un
genitore o qualsiasi altra persona che abbia una relazione di stabile
convivenza con la vittima per ragioni di custodia, di vigilanza, di istruzione,
di educazione o di cura, è previsto un aumento della pena fino
alla metà.
1. Qual è l'elemento soggettivo del reato?
L'elemento soggettivo del reato è il dolo generico,
dal momento che non è detto che il soggetto attivo per poter essere punito
debba compiere gli atti sessuali con l'obiettivo di mostrarli a un minore; lo
scopo può essere anche quello del semplice soddisfacimento di un desiderio
sessuale che, tuttavia, avviene di fronte a un minore. Il dolo è rappresentato,
oltre che dalla volontà e dalla coscienza di
compiere uno o più atti sessuali, dalla consapevolezza della presenza di un
minore - consapevolezza psichica, oltre che fisica -, da intendersi come la
mancanza di cause che impediscano la percettibilità psichica o la percezione
sensoriale. L'offesa è da rilevare nella messa in pericolo del bene giuridico,
che è l'intangibilità sessuale o anche il semplice lato psichico del danno. La corruzione di minorenne, proprio per
questo motivo, è un reato di pericolo astratto, dal momento che non si può
escludere a priori la possibilità che il danno si verifichi e non si può
verificare il pericolo concreto.
2. La corruzione di minorenne può avvenire nel momento in cui si configura il reato di atti osceni in luogo pubblico?
Sì, i due delitti possono formalmente concorrere nel caso in cui
l'agente si renda protagonista di una condotta che non si limiti a offendere l'onore sessuale o il pudore, ma venga posta in essere
così da coinvolgere la persona offesa sul piano emotivo.
3. La corruzione di minorenne può essere configurata nel caso di atti di libidine compiuti sulla vittima?
No, secondo l'articolo 609 quinquies del codice penale, che è
stato introdotto con la legge n. 66 del 15 febbraio del 1996, se il minorenne
non è solo uno spettatore ma subisce gli atti sessuali, e quindi è a sua volta
destinatario delle attenzioni dell'agente, non si può parlare di corruzione di minorenne ma di atti
sessuali con minorenne, una figura criminosa prevista dall'articolo 609
quater.