Omicidio del consenziente: definizione
L'omicidio del consenziente è un reato previsto dall'articolo 579 del codice penale, che stabilisce che debba essere punito con la reclusione da un minimo di sei a un massimo di quindici anni chiunque causi la morte di una persona con il suo consenso. Nel caso in cui il fatto sia commesso contro una persona inferma di mente, contro una persona minore di 18 anni o contro una persona che si trovi in una condizione di deficienza psichica per l'abuso di stupefacenti, per l'abuso di sostanze alcoliche o per un'altra infermità, vengono applicate le disposizioni previste per l'omicidio; lo stesso vale se la persona uccisa ha dato il proprio consenso perché esso è stato carpito con l'inganno o estorto con minacce o con la violenza. Perché il reato possa ritenersi configurato, è necessario che il consenso della vittima non sia equivocabile e che risulti esplicito e serio, effettivo e personale. Occorre, inoltre, che si tratti di un consenso senza riserve e valido: deve sussistere fino al momento in cui il fatto viene compiuto.
Qual è la ratio legis?
Lo scopo della legge è quello di tutelare il bene della vita che viene considerato indisponibile dall'ordinamento italiano anche nel caso in cui venga prestato il consenso alla morte. Il legislatore, pertanto, ha voluto segnalare una minore offensività dell'omicidio in caso di consenso, ma non ha potuto non considerarlo un reato.
Un avvocato penalista.