Fiscalità del condominio: definizione
Il condominio è da sempre dotato di titolarità fiscale, il che vuol dire che è caratterizzato da un codice fiscale: e ciò nonostante la dottrina e la giurisprudenza lo reputino, da sempre, un ente di gestione privo di personalità giuridica. Il riferimento normativo in materia è rappresentato dalla legge n. 449 del 27 dicembre del 1997, che ha introdotto, con decorrenza a partire dall’anno seguente, il nuovo status di sostituto di imposta per il condominio. In quanto tale, esso deve operare, secondo l’articolo 25 ter del’ DPR n. 600 del 1973 modificato dalla legge finanziaria del 2007, una ritenuta del 4%, all’atto del pagamento, a titolo di acconto dell’imposta sul reddito per prestazioni riguardanti contratti di appalto di servizi o opere.
Come deve essere gestita la contabilità fiscale del condominio?
La contabilità del condominio è cambiata in seguito all’introduzione, da parte della legge n. 220 del 2012, del nuovo articolo 1130 bis del Codice Civile, che ha previsto l’entrata in vigore dello stato patrimoniale, del riepilogo finanziario (con il conto economico di costi e ricavi), della situazione fondi e risorse, del registro di contabilità, della nota sintetica accompagnatoria e dell’indicazione delle questioni pendenti e dei rapporti in corso, con un dettagliato elenco dei debiti e dei crediti.
L’amministratore di condominio.
