Contenzioso condominiale: definizione
Le attività che pregiudicano i diritti dei condomini possono essere oggetto di un contenzioso condominiale, e sono regolamentate dal punto di vista giuridico sulla base delle norme del codice civile relative alle servitù e ai rapporti di vicinato, in modo particolare per ciò che concerne le luci, le vedute e le distanze legali. Un esempio di contenzioso condominiale può essere quello che si innesca nel momento in cui un condomino non rispetta le norme relative alle distanze legali, magari perché costruisce a una distanza più bassa rispetto a quella regolamentare o perché apre una finestra a meno di un metro e mezzo dal confine in direzione del cortile condominiale.
Come si configura il contenzioso condominiale?
Ogni contenzioso condominiale varia in base al tipo di turbativa che viene perpetrato nei confronti del condominio. In alcune circostanze, per esempio, l'amministratore ha la possibilità di agire per via giudiziale in maniera immediata, non essendo tenuto ad ascoltare il parere dell'assemblea: in un caso del genere, la presa d'atto eventuale da parte dell'assemblea non è da considerare come una delibera vera e propria, ma come una constatazione relativa all'operato dell'amministratore. Proprio per questo motivo non si può porre all'ordine del giorno la questione e i condomini non possono impugnare la presa d'atto, sempre immaginando che si sia in presenza di fatti che presuppongono una reazione tempestiva. D'altro canto, ci possono essere delle ipotesi oggettivamente incerte per le quali c'è bisogno del consenso dell'assemblea, anche perché non sono urgenti: sono i casi di immissioni di fumo, odori, vibrazioni o rumori.
Gli amministratori di condominio, sulla base dei poteri che sono conferiti loro dai regolamenti di condominio e dalle assemblee.