Condominio alberi e piante: definizione
Le norme sulle distanze legali tra le piante e gli immobili in linea di massima hanno lo scopo di regolare i rapporti tra proprietà autonome contigue tra loro, ma possono essere applicate anche nel contesto di un condominio per normare i rapporti tra lo stesso e un singolo condomino, sempre che tali norme risultino compatibili con l'applicazione delle regole particolari sull'utilizzo delle cose comuni disciplinato dall'articolo 1102 del codice civile. Occorre, insomma, che le norme particolari sull'uso delle cose comuni non siano in contrasto con le norme sulle distanze legali, e che sia possibile un'applicazione complementare sia delle prime che delle seconde. Viceversa, nel caso in cui le due classi di norme siano in contrasto tra loro, ad avere la meglio sono quelle sull'uso delle cose comuni, e quindi sono inapplicabili le altre.
Cosa prevede la legge a proposito di alberi e piante?
Secondo il codice civile, chi intende piantare un albero in prossimità di un confine è tenuto a rispettare le distanze previste dagli usi locali o, se sono presenti, dai regolamenti. Nel caso in cui non sia previsto alcunché né dagli usi locali né dai regolamenti, entra in gioco la disciplina della legge, che impone tre metri di distanza minima per gli alberi di alto fusto, mezzo metro di distanza minima per le siepi vive, per gli arbusti e per le viti e un metro e mezzo di distanza minima per gli alberi non di alto fusto. Va detto, però, che queste distanze possono non essere rispettate se è presente un muro divisorio in corrispondenza del confine che separa le due proprietà, sempre che l'altezza delle piante sia inferiore a quella del muro. In tal modo, infatti, la veduta del vicino non viene compromessa dalle piante - ma, eventualmente, dal muro.
Chiunque viva in un condominio.