Risoluzione del contratto immobiliare: definizione
La risoluzione del contratto immobiliare si concretizza nel momento in cui il rapporto tra le parti coinvolte in una locazione si interrompe prima che esso sia giunto alla sua scadenza naturale. In questo caso, l'imposta di registro che deve essere versata è pari a 67 euro: la si può versare con il modello F24 Elementi identificativi, facendo riferimento al codice tributo 1503, o con i servizi telematici dell'Agenzia delle Entrate, richiedendo l'addebito su conto corrente. Nel primo caso, occorre che la risoluzione venga comunicata all'ufficio in cui il contratto è stato registrato: nel termine di trenta giorni va presentato anche il modello RLI compilato ad hoc.
Come si concretizza la risoluzione del contratto immobiliare?
La risoluzione del contratto immobiliare è definita consensuale nel momento in cui c'è, da parte del locatore e del conduttore, la volontà comune di concludere il rapporto contrattuale che è in essere. Ciò può avvenire perché il conduttore non è più interessato a godere del bene che gli era stato concesso e, di conseguenza, non vuole più pagare il canone che era stato concordato, mentre il locatore è intenzionato a disporre materialmente di nuovo del bene di sua proprietà, a fronte della perdita del corrispettivo relativo. La legge non impone dei vincoli formali specifici per la risoluzione consensuale del contratto di locazione; per quel che riguarda le locazioni a uso abitativo, occorre che il contratto di risoluzione abbia forma scritta.
Il locatario e il locatore coinvolti in una locazione.