Divorzio breve: definizione
Lo scorso 11 maggio 2015 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il testo approvato dal Parlamento il 23 aprile 2015, ovvero quello che introduce nell'ordinamento italiano il cosiddetto divorzio breve. La nuova legge introduce un cambiamento epocale nell'ambito del diritto di famiglia, in quanto due coniugi, d'ora in poi, potranno separarsi in soli sei mesi. La nuova legge, inoltre, ha efficacia retroattiva, quindi si applica anche alle cause di separazione in corso. Il legislatore ha voluto modificare quelle norme civilistiche sui tempi per divorziare, facendo esultare tutti i coniugi che vogliono mettere il punto a una relazione anche sul piano legale. Per divorziare non si dovranno più attendere i celebri tre anni ma sei, oppure dodici mesi, a seconda della tipologia di separazione (consensuale o giudiziale). In caso di separazione consensuale il divorzio interverrà solo dopo sei mesi; quella giudiziale, invece, richiede il decorso di un anno per divorziare. La nuova disciplina del divorzio breve incide anche sulla comunione legale, che si scioglie d'ora in poi nel momento in cui il presidente del Tribunale autorizza gli ex coniugi a vivere in luoghi diversi (separazione giudiziale) oppure quando gli ex coniugi sottoscrivono il processo verbale davanti al giudice deputato all'omologazione (separazione consensuale).
Il divorzio breve è entrato in vigore da poco tempo e, chiaramente, la maggior parte dei coniugi che vogliono dirsi addio non sanno da che parte iniziare per beneficiare della nuova disciplina che accorcia i tempi per divorziare. Innanzitutto, possono ricorrere al divorzio breve, mediante accordo di negoziazione assistita di un avvocato, tutti i coniugi (a prescindere che abbiano figli o meno) separati consensualmente o giudizialmente. Il divorzio breve può essere richiesto sia in Tribunale che in Comune. Nel caso in cui i coniugi optino per il Tribunale, i loro rispettivi avvocati dovranno, decorsi sei mesi dalla separazione, presentare al pubblico ministero l'atto che attesta l'intervenuto accordo di negoziazione assistita. Tale atto dovrà essere inviato, entro 10 giorni dalla scrittura, all'Ufficiale dello stato civile del Comune in cui il matrimonio è stato iscritto o trascritto. Il divorzio breve al Municipio, invece, non presuppone che i coniugi siano assistiti da un legale, quindi l'iter è meno oneroso. Ricordiamo, però, che dinanzi al sindaco non possono essere trattate questioni relative ad accordi su trasferimenti patrimoniali. Il divorzio breve non si può richiedere al Sindaco se i coniugi hanno figli minorenni o maggiorenni non indipendenti economicamente, o comunque che hanno bisogno di assistenza (malati, portatori di handicap, etc.).
Possono richiedere il divorzio breve tutti i coniugi che hanno intenzione di separarsi, divorziare o mutare le condizioni attuali. Non è necessaria, come visto, l'assistenza di un avvocato. Moglie e marito, dunque, possono troncare le nozze in tempi brevi e senza spendere molto recandosi presso l'Ufficiale dello stato civile e formalizzare l'accordo. Ovviamente ciò vale in assenza di prole minorenne o maggiorenne non autosufficiente economicamente o portatrice di handicap: in tal caso la legge richiede che i coniugi si presentino dinanzi a un giudice.