Famiglia di fatto maltrattamenti: definizione
Il reato di maltrattamenti può configurarsi anche in una famiglia di fatto: secondo la Cassazione, infatti, il delitto è presente anche in un rapporto more uxorio nel caso in cui si sia in presenza di un legame di assistenza e protezione reciproche e di una relazione stabile. Anche in una coppia di fatto, quindi, si può parlare di maltrattamenti in famiglia nel momento in cui tra i soggetti coinvolti vi sia un rapporto stabile: a stabilirlo è la sentenza n. 8401 del 2016 della sez. II penale della Corte di Cassazione. Ovviamente, la natura del legame deve essere valutata sulla base di un giudizio di merito, il quale si concretizza in una motivazione aderente a quanto emerge dal processo senza fratture logiche. Questa sentenza degli ermellini intende valorizzare il progetto di vita condiviso in vista del riconoscimento di un rapporto familiare: la gestione di una casa comune e la presenza di figli (nel caso oggetto della sentenza, una figlia) non possono che far pensare a un rapporto stabile.
Che cosa si intende quando si parla di maltrattamenti in famiglia?
Il reato di maltrattamenti in famiglia, che - come si è visto - è applicabile anche per le famiglie di fatto, è disciplinato dall'articolo 572 del Codice Penale, incluso nel capo IV del titolo XI del secondo libro: si parla, più nello specifico, di maltrattamenti contro familiari e conviventi (mentre fino a qualche anno fa la dicitura era di maltrattamenti in famiglia o verso fanciulli).
Che cosa stabilisce l'articolo 572 del Codice Penale?
Questo articolo sancisce la punizione con la reclusione per un periodo da uno a cinque anni per chiunque maltratti una persona che fa parte della sua famiglia, una persona a lui affidata per la custodia, per la vigilanza, per la cura, per l'istruzione o per l'educazione o una persona sottoposta alla sua autorità. Nel caso in cui i maltrattamenti portino a una lesione personale grave, il periodo di reclusione aumenta da un minimo di quattro a un massimo di otto anni; nel caso in cui portino a una lesione gravissima, il periodo di reclusione aumenta da un minimo di sette a un massimo di quindici anni; nel caso in cui portino alla morte, il periodo di reclusione aumenta da un minimo di dodici a un massimo di venti anni.
Un avvocato penalista.