Temporary management: definizione
Il management temporaneo può essere inteso anche come la gestione in outsourcing di progetti a professionisti di significativa esperienza, al fine di aumentarne la velocità di implementazione e messa a regime.
Per valutare la validità di un manager temporaneo si devono valutare le sue referenze presso aziende per le quali ha prestato servizio.
Il manager temporaneo non è un semplice consulente.
La differenza tra un consulente e un temporary manager è sostanziale: un consulente è un supporto teorico all'azienda, al contrario con il temporary management le piccole e medie imprese possono avere a loro disposizione, per un arco di tempo definito utile allo sviluppo di uno specifico progetto, un manager con l'esperienza e la professionalità necessarie a superare i momenti di difficoltà.
Il temporary manager è un supporto pratico, in quanto lavora in azienda, per l'azienda, facendola crescere, innestando professionalità in tutti i suoi addetti; in buona sostanza il temporary manager le cose le fa, non le racconta.
Elemento chiave nella figura del manager temporaneo è la motivazione, valere a dire la volontà di ricercare in ogni incarico una nuova sfida, e lavorare unicamente per raggiungere gli obiettivi stabiliti, primo tra tutti il diventare “inutile” e mai difendere una posizione acquisita.
Il costo della consulenza ha come elementi di base il tempo e le risorse necessarie per dare al cliente il servizio richiesto, mentre per quanto riguarda il management temporaneo, non esiste una vera e propria regola per definire l’esatta misura del compenso.
Possiamo comunque dire che tenendo conto del costo aziendale di un manager, considerando i costi che l’azienda deve sostenere per la risoluzione del contratto di dipendenza (solitamente identificabili in due annualità di stipendio), è da ritenersi adeguato un compenso pari al costo aziendale del manager (di pari ruolo) aumentato di circa un 20%.