In che modo
si concretizza la rappresentanza dei figli minori?
In qualità
di rappresentanti dei figli minori, i genitori hanno la possibilità di
contrarre locazioni ultranovennali o mutui, di accettare donazioni ed eredità,
di promuovere giudizi, di compiere atti che eccedono l'ordinaria
amministrazione, di procedere allo scioglimento di comunioni e di dare in pegno
i beni ricevuti a qualsiasi titolo dai figli. Tali facoltà, in ogni caso,
possono essere esercitate solo nel caso in cui sussistano due condizioni: la
prima è che il giudice tutelare conceda un'autorizzazione ad hoc e la seconda è
che si riscontri una utilità evidente o una necessità dei figli.
1. Che differenza c'è tra gli atti di ordinaria amministrazione e gli atti che non rientrano nell'ordinaria amministrazione?
Gli atti
di ordinaria amministrazione sono quelli che possono essere compiuti dai
genitori senza che vi sia la necessità di richiedere e ottenere
un'autorizzazione da parte del giudice tutelare; gli altri, invece, sono quelli
di straordinaria amministrazione, e presuppongono l'autorizzazione del giudice
tutelare. Vi sono, per altro, degli ulteriori atti per i quali servono
l'autorizzazione del tribunale e il parere del giudice tutelare: sono quelli
che riguardano la continuazione di un'impresa.
2. Perché il minore di diciotto anni viene giudicato incapace di agire?
Occorre
precisare, in primo luogo, che la capacità di agire deve essere considerata -
in questo ambito - come la capacità di compiere quegli atti giuridici che
riguardano la propria sfera di interessi. Ebbene, l'articolo 2 del codice
civile stabilisce che tale capacità si acquisisce con la maggiore età, al
compimento del diciottesimo anno, quando si presume che la persona disponga del
grado di maturità di cui c'è bisogno per provvedere alla cura dei propri
interessi e per autodeterminarsi. Ecco, quindi, che chi ha meno di diciotto
anni è un incapace legale, anche se ovviamente è dotato di fatto della capacità
di intendere e di volere da cui deriva la capacità di discernimento. Lo scopo
del giudizio di incapacità di agire è quello di fare in modo che il minore sia
protetto rispetto al rischio che i suoi interessi possano essere pregiudicati
dagli atti negoziali che compie non avendo la giusta attitudine e la
necessaria maturità per curarli.
3. In cosa consiste la potestà dei genitori?
Essendo
legali rappresentanti dei propri figli minori, i genitori non solo ne
amministrano i beni, secondo quanto previsto dal codice civile all'articolo
320, ma li rappresentano anche in tutti gli atti che riguardano la loro sfera
giuridica, oltre a rispondere civilmente per gli eventuali atti illeciti da
loro compiuti nei confronti di terzi. La rappresentanza dei figli minori non
comporta, invece, che i genitori rispondano per loro anche penalmente, poiché
la responsabilità penale è personale.