Statuti sociali: definizione
Lo statuto (dal latino “statutu”, ovvero “decreto”, “decisione”) è l'atto che disciplina l'organizzazione e l'attività di una persona giuridica.
Lo statuto è, di fatto, il cuore del contratto associativo: sono le regole fondamentali che i soci, alla fondazione della società (o della associazione), si danno al fine di regolamentare quel particolare rapporto che li vedrà legati.
Si può senz'altro sostenere che lo statuto sta alle società come la Costituzione sta all'ordinamento in generale.
Poiché lo statuto è l'atto fondamentale e necessario per la costituzione di una persona giuridica, lo stesso deve essere assunto da tutti i soci, all'unanimità, e dovrà regolare – tra gli altri – alcuni aspetti chiave quali lo scopo stesso del contratto sociale, l'oggetto concreto dell'attività, la durata del contratto medesimo e la disciplina della governance sociale.
Oltre a ciò, ogni ulteriore aspetto di preminente importanza per la compagine societaria può o deve essere inserito nello statuto al fine di rendere detta statuizione di natura fondamentale. E ciò è tanto vero che la modifica di aspetti cruciali dello statuto (ovvero, nella Srl, del suo atto equivalente, che è l'atto costitutivo) determino sempre la facoltà del socio dissenziente di recedere dal contratto associativo anzitempo.
Lo statuto diviene dunque il mattone fondamentale su cui costruire l'edificio sociale. Esso non è ovviamente l'unico ingrediente, ed anzi, una volta costituita la società, la tendenziale cristallizzazione delle norme statutarie rendono detto strumento poco “interessato” dalle evoluzioni future della vita della società, come per altro è giusto che sia: il mattone fondamentale ha come compito quello di garantire le fondamenta del contratto sociale, mentre altri e differenti strumenti, all'uopo utilizzabili, svolgono la funzioni di assistenza nella crescita – anche in termini di complessità delle relazioni sociali – della società stessa. In particolare, è dall'insieme dello statuto (o atto costitutivo), dei regolamenti, delle delibere del consiglio di amministrazione e dell'assemblea dei soci, e soprattutto dalla multiformità e duttilità dei patti parasociali che si sviluppa e si evolve l'edificio sociale.
E proprio per tale sua natura di elemento alla base societaria, la sua modifica è quella che si presta a più oneri, sia in termini di maggioranze che in termini economici.
Per quanto riguarda le maggioranze, è prevista una delibera assunta almeno – tendenzialmente – dal 50% del capitale sociale (salve ipotesi particolari per le spa).
Lo statuto non può essere improvvisato. E, poiché lo stesso si presta ad una certa duttilità iniziale, mentre poi, una volta approvato, diviene ontologicamente restio a modiche di sorta, conviene approntare la massima attenzione alla stesura di un dettagliato statuto, onde evitare di ricorrere, ogni due per tre, a modifiche più o meno sostanziali. Anche perché, per ogni modifica, occorre sempre la stesura per atto pubblico, e dunque il necessario passaggio innanzi al notaio.