Contratto di management: definizione
Il contratto di management riguarda la guida della gestione
di un’azienda, che comprende molteplici aspetti: per esempio, la definizione
degli obiettivi, l’individuazione delle strategie e, più in generale, tutte le
azioni finalizzate al perseguimento degli scopi con riferimento alle risorse
umane a disposizione. La direzione di un’azienda implica la necessità di
guidare e di coordinare un gruppo di persone e di assumersene la
responsabilità; inoltre, prevede l’assunzione di decisioni e una costante
programmazione affinché possano essere conseguiti risultati che si adeguino
agli scopi aziendali.
Come deve essere redatto il contratto di management?
Del contratto di management devono fare parte specifiche tecniche, allegati
e time schedule. È fondamentale, di conseguenza, comprendere in che modo sia
formata la struttura del contratto, anche tenendo conto
dell’ordine di prevalenza di parti specifiche. Devono essere prese in esame
problematiche di carattere finanziario, di carattere legale, di carattere
logistico, di carattere tecnico e di carattere commerciale. Per tale ragione
chi stende il contratto dovrebbe essere in possesso di competenze
interdisciplinari.
1. Tutte le aziende hanno bisogno di una direzione?
Sì, in tutte le aziende c’è bisogno di una direzione e,
quindi, della stesura di un contratto di management: naturalmente, nelle
imprese di dimensioni più piccole in genere è il proprietario/imprenditore ad
occuparsi della direzione. Viceversa, con l’aumentare delle dimensioni
aziendali, talune funzioni progressivamente vengono delegate a dipendenti
specifici – i dirigenti, appunto. A mano a mano che le imprese si
ingrandiscono, si fa sempre più netto il divario tra la proprietà e il
management, come dimostra il fatto che nelle società per azioni gli azionisti/proprietari
provvedono alla nomina di un consiglio di amministrazione che nomina, a sua
volta, i dirigenti.
2. Quali sono i livelli in cui si articola la direzione aziendale?
A seconda delle responsabilità e dei livelli di autorità si può distinguere
tra l’alta direzione e la dirigenza – o, per usare una
terminologia anglosassone, tra il top management e il middle management -.
Dell’alta direzione fanno parte il presidente, il direttore generale,
l’amministratore delegato e il segretario generale: insomma, un numero
ristretto di soggetti che esercitano la propria autorità e la propria
responsabilità nei confronti dell’intera azienda. Il segretario generale e il
direttore generale sono i dirigenti apicali, i quali rispondono agli organi di
governo (di cui possono fare parte o meno). Per ciò che concerne la dirigenza,
essa risponde all’alta dirigenza e occupa una posizione intermedia tra il
livello operativo e il top management.
3. Quali sono le mansioni di un dirigente aziendale?
Che siano specificate o meno nel contratto di management, il compito di una
direzione aziendale è quello di sviluppare la responsabilizzazione,
elevando la partecipazione e favorendo lo scambio di risorse e informazioni. Le
competenze richieste chiamano in causa la leadership e la gestione economica,
ma anche la consapevolezza delle tecniche di sviluppo di empowerment.
L’allenamento al pensiero sistemico e lo sviluppo delle performance management
sono altre doti che possono tornare utili, anche al fine di sviluppare metodi
di gestione progettuale indispensabili nella relazione con i collaboratori
nella vita di tutti i giorni. Va ricordato che il contratto di management si
può applicare anche al caso del temporary management, vale a dire la gestione
temporanea di una sola attività o di un gruppo di attività in azienda
finalizzata a garantire la continuità dello sviluppo organizzativo.