Contabilità agenti procacciatori Enasarco: definizione
Gli agenti procacciatori non devono essere iscritti
all'Enasarco. I cosiddetti procacciatori di affari, infatti, fanno parte della
categoria di lavoratori che svolgono un'attività che ha sì lo scopo ultimo di
promuovere e favorire la conclusione di contratti, ma che viene praticata senza
assunzione in proprio del rischio economico e senza i requisiti di continuità
del rapporto con la ditta e di stabilità. La figura del procacciatore di
affari, infatti, presume che la sua prestazione mirata alla promozione di affari
sia assolutamente occasionale; diverso il discorso nel caso in cui la sua
attività risponda a requisiti che possono essere ricondotti a quelli che
riguardano gli agenti di commercio, nello specifico in relazione alla stabilità
dell'incarico. Se un certo volume di affari, per quanto di volume ridotto,
risulta ripetuto nel tempo, in sede di accertamento può essere valutato come
prova del fatto che esiste un mandato di agenzia. Di conseguenza, devono essere
svolti tutti gli adempimenti del caso, in quanto sono previste ammende in caso
di visita ispettiva.
Che cos'è l'Enasarco?
L'Enasarco è l'Ente nazionale di assistenza per gli agenti e i
rappresentanti di commercio, ed è stato istituito come ente
previdenziale nel 1938 per poi essere privatizzato nel 1996: attualmente ha la
forma giuridica di una fondazione, pur svolgendo un servizio pubblico
previdenziale per gli agenti di commercio.
1. Qual è la differenza tra un procacciatore e un agente di commercio?
Le caratteristiche più rilevanti che permettono di distinguere una figura
dall'altra sono la continuità e la stabilità. Con il contratto di
agenzia, per definizione del Codice Civile, l'agente assume l'incarico
di promuovere contratti in una specifica zona in maniera stabile, essendo
retribuito. Il procacciatore di affari, viceversa, svolge la propria attività
senza vincoli particolari: non deve rispettare i limiti di una determinata zona
geografica, per esempio, e non ha esclusive di alcun tipo. L'attività, inoltre,
viene svolta dal procacciatore in maniera occasionale e saltuaria. Le
differenze tra procacciatori e agenti di commercio non hanno a che fare
unicamente con il regime previdenziale e il regime fiscale, ma anche con i
diritti che vengono riconosciuti ai secondi: i procacciatori, infatti, non
hanno diritto a tutela di zona, a indennità di fine rapporto, a preavviso e a
provvigioni indirette. E, come detto, nemmeno ai contributi Enasarco.
2. Cosa distingue un procacciatore occasionale e un procacciatore continuativo?
L'attività del procacciatore occasionale viene svolta in
maniera sporadica: per questo egli non è tenuto ad aprire una partita Iva,
visto che non può guadagnare più di 5mila euro all'anno, e non tiene una
contabilità fiscale. Nel momento in cui viene superato il limite dei 5mila
euro, il procacciatore occasionale diventa un procacciatore continuativo: di
conseguenza, deve pagare i contributi Inps, deve aprire una partita Iva e deve
essere iscritto al Registro Imprese. Per quanto concerne la contribuzione
previdenziale, il versamento minimo per i redditi fino a 13.345 euro è di 2.400
euro all'anno, a prescindere dal reddito che si consegue.
3. Quali sono le caratteristiche del procacciatore di affari?
Quella del procacciatore di affari è, senza dubbio, una
figura atipica: egli può contare unicamente su un trattamento provigionale,
stabilito tramite una scrittura privata tra le due parti o addirittura di volta
in volta a voce. Il valore del compenso non può modificare la natura dell'occasionalità.