Finanza straordinaria: definizione
La finanza straordinaria comprende l'insieme di entrate
straordinarie che vengono prelevate dalla pubblica amministrazione: quando si
parla di entrate straordinarie ci si riferisce ai prelievi di ricchezza che
vengono adoperati per affrontare le cosiddette spese straordinarie, vale a dire
spese imprevedibili che non si può fare a meno di sostenere in seguito a eventi
eccezionali come, per esempio, una calamità naturale. Va detto, per altro, che
negli ultimi tempi le entrate straordinarie stanno diventando sempre meno
straordinarie, nel senso che lo Stato vi fa ricorso sempre più spesso.
Quali sono le fonti di entrate straordinarie più importanti?
Tra le principali fonti di entrate straordinarie si
segnalano i condoni, il tesoro di guerra, l'emissione di carta moneta, i
prestiti pubblici, l'imposta straordinaria e l'alienazione del demanio
fiscale.
1. In cosa consistono i prestiti pubblici?
I prestiti pubblici rappresentano una fonte di entrata
straordinaria alla quale fa sempre più spesso ricorso lo Stato. L'insieme dei
prestiti pubblici va a costituire il debito pubblico: in sostanza, lo Stato
emette dei titoli di natura obbligatoria, che rappresentano il mezzo tramite il
quale i prestiti vengono contratti. I cittadini che sono in possesso di questi
titoli hanno il diritto di vedersi rimborsato alla scadenza il capitale e gli
interessi che si sono nel frattempo accumulati. I titoli possono essere venduti
con l'intermediazione delle banche o tramite il mercato finanziario, cioè la
borsa. I prestiti possono essere distinti a seconda della modalità di
sottoscrizione, e da questo punto di vista possono essere classificati
in prestiti forzosi, prestiti patriottici e prestiti volontari. I prestiti
forzosi non sono più in uso al giorno d'oggi, mentre i più frequenti sono i
prestiti volontari, che i risparmiatori possono decidere di sottoscrivere
quando vogliono. Si distingue, poi, tra titoli a emissione diretta e
titoli a emissione indiretta: i primi vengono offerti ai
sottoscrittori direttamente dallo Stato tramite i canali del mercato
finanziario, mentre i secondi sono collocati attraverso le banche, le quali per
questa intermediazione hanno diritto a ottenere una provvigione. Vi sono, poi,
i titoli a emissione mista, che vengono offerti in parte in modo diretto e in
parte in modo indiretto.
2. Che cos'è l'imposta straordinaria?
L'imposta straordinaria può prevedere che le aliquote di un
tributo che già esiste vengano inasprite o, semplicemente, che nel sistema
tributario venga istituita una nuova tassa. In linea di massima, la soluzione
più indicata è la prima, non solo perché viene ritenuta più facile da accettare
da parte dei contribuenti, ma anche perché consente di non avere a che fare con
nuove spese relative ai controlli e agli accertamenti. Perché si possa parlare
di un'imposta straordinaria, è necessario che essa sia temporanea,
anche se nella realtà dei fatti non di rado le cose sono differenti e può
succedere che il tributo venga applicato per più anni di seguito,
trasformandosi - di conseguenza - in un'imposta ordinaria. Tra gli esempi
di imposta straordinaria - o presunta tale - che esistono ancora oggi,
si può menzionare l'imposta straordinaria sugli immobili, che è stata applicata
a partire dal 1992, ma andando ancora più indietro nel tempo si può trovare
l'imposta straordinaria speciale sui veicoli a motore, sugli autoscafi e sugli
aerei, istituita una prima volta nel 1974 e poi di nuovo nel 1976, senza
dimenticare l'imposta straordinaria sul patrimonio, che risale al 1947.