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Imposte dirette

del 10/01/2012
CHE COS'È?

Imposte dirette: definizione

Prima di analizzare le imposte dirette cerchiamo di chiarire alcuni concetti di base. I tributi si suddividono in imposte, tasse e contributi. Per imposta si intende qualsiasi prelievo coattivo, per tassa il corrispettivo per ricevere un servizio e per contributo un corrispettivo coattivo per un servizio, quest'ultimo ha le caratteristiche sia dell'imposta (obbligatorietà) sia della tassa (si riceve un servizio in cambio, nella fattispecie la pensione).
Le imposte si suddividono poi in imposte diretteimposte indirette, le imposte dirette colpiscono la ricchezza nel momento in cui viene prodotta (reddito), mentre le imposte indirette colpiscono la ricchezza nel momento i cui viene spesa (trasferimenti, acquisti).
Le più importanti imposte dirette si suddividono in Irpef, Ires (ex Irpeg) e Irap.
Si rammenta che le società di persone non hanno personalità giuridica, né sono persone fisiche, per cui non scontano né Irpef né Ires, ma soltanto l'Irap.

IRPEF
L'Irpef è l'imposta sul reddito delle persone fisiche, è di tipo personale e progressiva che colpisce il reddito complessivo ovunque prodotto dalle persone fisiche residenti in Italia e il reddito prodotto in Italia da parte delle persone fisiche non residenti. L’Irpef si determina in base ad aliquote progressive, si tratta di una progressività per scaglioni: il reddito imponibile viene frazionato e assoggettato alle aliquote corrispondenti agli scaglioni in cui li reddito stesso rientra.

IRES
L'Ires è l'imposta sul reddito delle società, è entrata in vigore il 1° gennaio 2004 e ha sostituito l'Irepg. L'Ires si applica solo ai soggetti con personalità giuridica e quindi a Spa, Sapa, Srl, società cooperative e di mutua assicurazione. Sono escluse le società di persone (Snc, Sas, società semplici). E’ un tipo di imposta proporzionale ed è dovuta sul reddito imponibile societario nella misura del 27,50%.

IRAP
L'Irap è l'imposta regionale sulle attività produttive. E’ un’imposta sul valore aggiunto prodotto che colpisce la ricchezza (intesa come presupposto impositivo) allo stadio della sua produzione e non a quello della sua percezione (come l’Irpef o l’Ires ), né a quello del suo consumo (come l’Iva), è pertanto un’imposta a carattere reale. E’ un tipo di imposta regionale di tipo proporzionale ed è dovuta nella misura del 3,90%.

Rag. Marco Vizzini
Ordine dei Dottori Commercialisti di Milano
Vizzini Rag. Marco


COME SI FA

Le imposte dirette indicate in precedenza vengono determinate a consuntivo nel momento di redazione della dichiarazione dei redditi.
I modelli dichiarativi sono il Modello 730 (dichiarazione semplificata delle persone fisiche), il Modello Unico delle persone fisiche (dichiarazione da utilizzare dalle persone fisiche quando hanno redditi di impresa o lavoro autonomo), il Modello Unico delle società di persone (Sas, Snc, Società semplici e associazioni professionali) e il Modello Unico società di capitale (Srl, Spa, Sapa ed enti con attività d’impresa).


CHI

Il commercialista si occupa della compilazione della dichiarazione dei redditi, del calcolo delle imposte dovute, della compilazione del modello F24 per le imposte da pagare, dell’invio telematico del modello dichiarativo, nonché di tutta la consulenza necessaria a svolgere i corretti adempimenti nel modo più conveniente verso il cliente.


FAQ

Può essere considerato fiscalmente a carico un figlio che effettua un lavoro saltuario percependo una paga annuale di circa 3.000 euro per tutto il 2011?

Il reddito percepito dal figlio nel 2011 supera il limite di 2.840,51 euro per poter essere considerato fiscalmente a carico, pertanto i genitori non hanno diritto alle relative detrazioni. 

Le spese per prestazioni sanitarie parzialmente rimborsate in base a polizze assicurative possono essere detratte? Nel caso in cui l'originale delle fatture venga trattenuto dall'assicurazione, quale documentazione deve essere conservata?

Le spese mediche rimborsate a seguito di contratti di assicurazione, i cui premi non costituiscono oneri detraibili, possono essere incluse tra gli oneri su cui spetta la detrazione del 19%, calcolata sull’importo sostenuto al netto di 129,11 euro, purché venga conservata la documentazione in originale da esibire in caso di controlli dell’amministrazione finanziaria.

La caparra indicata nell'atto preliminare di compravendita di un immobile pagata per inadempienza contrattuale come deve essere trattata fiscalmente?

Sia la caparra confirmatoria che la clausola penale hanno carattere risarcitorio di un danno emergente nel caso di inadempimento contrattuale. L'importo percepito a tale titolo non assume, pertanto, alcuna rilevanza reddituale. Infatti ai sensi dell’articolo 6 del TUIR, decreto del Presidente della Repubblica 917/86 è imponibile soltanto il risarcimento del danno consistente nella perdita di redditi. 

E' deducibile dal reddito il contributo previdenziale del 25% o del 17%?

I contributi previdenziali versati alla gestione separata INPS per la parte rimasta a carico del collaboratore, cioè nella misura di 1/3 del contributo versato da soggetto che eroga il compenso, rappresentano oneri deducibili dal reddito complessivo in quanto contributi obbligatori per legge e sostenuti dal collaboratore.

Nel caso di spese mediche intestate al genitore che le ha sostenute per il figlio fiscalmente a carico a chi spetta la detrazione se, in corso d'anno, il figlio percepisce un reddito superiore a 2.840,51 euro?

Come precisato dall’agenzia delle entrate nella circolare n. 55/E del 14.06. 2001 ai sensi dell’articolo 12 del TUIR, sono considerati fiscalmente a carico coloro che nel corso dell’anno non hanno posseduto redditi per un ammontare superiore a 2.840,51 euro. Pertanto le spese mediche sostenute per le persone non fiscalmente a carico non danno diritto a detrazione, né alla persona che ha sostenuto l’onere, né alla persona che ha beneficiato della prestazione. Nel caso prospettato, essendo ininfluente il momento in cui il figlio è diventato titolare di redditi superiori 2.840,51 euro, la detrazione non spetta ad alcun soggetto (C.S.R. - 18 ottobre 2004).

Possono essere considerati oneri detraibili i costi sostenuti per la frequentazione di master universitari?

L’Agenzia delle Entrate nella circolare n. 101/2000 ha precisato che i costi per la frequentazione di master danno diritto alla detrazione d’imposta, nei limiti del 19%, qualora, per durata e struttura dell’insegnamento, gli stessi siano assimilabili a corsi universitari o di specializzazione, e sempre che siano gestiti da istituti universitari, pubblici o privati. Per quanto riguarda i master gestiti da università private la detrazione spetta per un importo non superiore a quello stabilito per tasse e contributi versati per le analoghe prestazioni rese da istituti statali italiani.
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