
Il decreto fiscale allegato alla manovra finanziaria prevede la cancellazione degli studi di settore. I lavoratori autonomi, le partite IVA, le piccole e medie imprese saranno dunque sollevati dall’obbligo di compilare dati su dati finora richiesti per avviare accertamenti fiscali.
Gli studi di settore saranno sostituiti dagli indici di fedeltà fiscale – indicatori di compliance – basati su un meccanismo premiale. Il Ministero dell’Economia esegue un controllo fiscale analizzando i dati comunicati in più anni, da 1 fino a 8, e assegna un valore, da 1 a 10, in base alla fedeltà dimostrata dal contribuente. Chi avrà dimostrato un alto indice di fedeltà fiscale, sarà premiato con la fine dei controlli fiscali e rimborsi più veloci.
Il viceministro dell’Economia, Luigi Casero, spiega che l’operazione sarà attuata in quattro fasi:
1.
Eliminare gli studi di settore poiché la legge impedisce di usarli per l’accertamento
fiscale.
2. Evitare di chiedere ai contribuenti dati già in possesso del Ministero.
3. Annullare gli studi poco efficaci per determinate categorie di
professionisti che seguono un andamento altalenante dei ricavi, per esempio gli
avvocati.
4. Premiare i contribuenti più virtuosi attraverso un sistema premiale per
decretarne l’indice di fedeltà fiscale.
La cancellazione degli studi di settore è un ulteriore tassello che mira alla semplificazione fiscale per autonomi, partite IVA e piccole e medie imprese, e si affianca all’introduzione dell’Iri – Imposta sul reddito dell’imprenditore – al regime di cassa.
Fonte: Ansa.it