
Con la Legge di stabilità 2017 arriva l’Iri – Imposta sul reddito dell’imprenditore – che prevede una tassazione fissa al 24% per società di persone e ditte individuali. L’Iri dovrebbe sostituire l’attuale Irpef che oscilla tra il 23 e il 43%.
L’Imposta sul reddito dell’imprenditore nasce con l’intento di diminuire l’entità della tassazione di una piccola azienda favorendo gli investimenti e la crescita degli utili. Attenzione però: l’Iri potrebbe non convenire ai liberi professionisti che attingono direttamente dagli utili per le proprie spese personali. In questo caso, infatti, gli utili prelevati continueranno a seguire la tassazione Irpef.
Prima di optare per l’Iri, è bene considerare con il proprio commercialista alcune variabili come quelle individuate dal Sole24ore: «Il livello di reddito innanzitutto; ma anche la quantità di “prelievi” di utili effettuata dall’imprenditore, l’incidenza delle addizionali all’Irpef, la presenza di detrazioni personali e di altri redditi accanto a quello d’impresa (legati ad esempio ad attività di lavoro dipendente, altre collaborazioni o possesso di fabbricati)».
Un’altra novità nella Legge di stabilità 2017 è il regime di cassa: piccole e medie imprese potranno calcolare il proprio reddito e la relativa tassazione sull’importo effettivamente incassato e non sul fatturato. In questo modo, i piccoli imprenditori non dovranno più anticipare il pagamento di un’imposta su denaro ancora assente in cassa.
Fonte: investireoggi.it