
- l'abbandono del sostegno alle polizze monorischio e la concentrazione delle risorse pubbliche, comunitarie e nazionali, sulle forme più complete di copertura dei rischi (pluri e multi), mediante rimodulazione delle percentuali massime di intervento;
- maggiori incentivi ai nuovi assicurati;
- la differenziazione tra eventi catastrofali, come per esempio la siccità, da quelli sistemici, come la grandine, per consentire una migliore sostenibilità del sistema e una maggiore propensione delle imprese assicurative a prendere in carico i rischi;
- la possibilità per le imprese agricole di indirizzare la copertura assicurativa verso i rischi che hanno concreta possibilità di verificarsi nei territori di riferimento;
- l'associazione del rischio «colpo di sole» con quello di «venti sciroccali» e «gelo/brina» con «sbalzi termici», per garantire una migliore distribuzione territoriale dei rischi stessi;
- l'ampliamento delle possibilità assicurative per la zootecnia, come le riduzioni di produzione di latte bovino a seguito di squilibri termo igrometrici, introdotte a livello sperimentale;
- la possibilità per i maidicoltori di assicurare le produzioni contro le fitopatie responsabili delle aflatossine nel mais.
Le novità puntano al progressivo allargamento territoriale dello strumento assicurativo alle regioni del Centro Sud, dove un esiguo numero di imprese aderisce alle coperture agevolate dei rischi