Indennità del lavoratore: definizione
L'indennità del lavoratore è un particolare tipo di
indennità, di carattere risarcitorio, che viene erogata a un dipendente che
viene licenziato in maniera illegittima. L'entità della somma deve essere
ragguagliata all'ultima retribuzione concreta, e può andare da un minimo di due
mensilità retributive e mezzo a un massimo di quattordici mensilità
retributive, in base all'anzianità di servizio del dipendente, alle dimensioni
dell'azienda, alle condizioni delle parti e al comportamento del
dipendente.
Come si coniugano preavviso e indennità?
Nel caso in cui una delle due parti che hanno sottoscritto un
contratto di lavoro - cioè il lavoratore e il datore di lavoro -
intenda recedere dal contratto stesso è tenuta a fornire un adeguato preavviso,
che ha lo scopo di permettere al datore di lavoro di sostituire il dipendente
che ha dato le dimissioni con un'altra persona e al dipendente che è stato
licenziato di avere il tempo di trovare un nuovo impiego. Anche se il
dipendente rassegna le dimissioni, l'indennità del lavoratore è dovuta.
Inoltre, è bene precisare che il rapporto di lavoro si estingue nel momento in
cui il periodo di preavviso previsto dal contratto si estingue, e non nel
momento in cui le dimissioni o il licenziamento vengono comunicati. Per questo
motivo, è obbligo del datore di lavoro erogare al dipendente che si dimette
l'indennità sostitutiva del preavviso nel caso in cui il lavoratore, dopo avere
rassegnato le dimissioni, venga allontanato prima che il periodo di preavviso
scada.
1. Che cos'è l'indennità sostitutiva del preavviso?
Se il datore di lavoro non rispetta il termine di preavviso, è tenuto a
versare all'altra parte una indennità che equivale alla retribuzione che
dovrebbe essere versata per il periodo di preavviso: si tratta, appunto, dell'indennità
sostitutiva del preavviso, che viene computata in funzione della
retribuzione che il dipendente percepisce al momento del recesso del contratto.
Contribuiscono alla costituzione della base di computo, tra l'altro, i ratei
delle mensilità aggiuntive. L'indennità sostitutiva del preavviso deve essere
versata anche ai dipendenti che decidono di dimettersi per giusta causa. La giurisprudenza
prevalente, in questo caso, ritiene che il lavoratore possa ricevere solo
l'indennità di preavviso, visto che non può agire per il risarcimento del danno
e nemmeno godere delle tutele specifiche previste in presenza di un
licenziamento non giustificato.
2. Che cos'è l'indennità di mobilità?
L'indennità di mobilità è la cosiddetta disoccupazione,
vale a dire una prestazione economica che viene riconosciuta a coloro che, in
seguito a un licenziamento, hanno perso il posto di lavoro e sono iscritti
nelle liste di mobilità. A beneficiare di questa indennità possono essere i
quadri, gli impiegati e gli operai, ma non i dirigenti, gli apprendisti, i
lavoratori assunti con contratto a tempo determinato e i lavoratori occupati in
attività saltuarie o stagionali. Affinché venga riconosciuto il diritto a
ricevere l'indennità di mobilità, il soggetto interessato è tenuto a presentare
una istanza specifica. Tutte le sedi dell'Inps, anche se non hanno la
competenza territoriale, hanno l'obbligo di ricevere le domande, poiché la
decorrenza e la decadenza dell'indennità dipendono dalla data di presentazione
delle domande stesse.
3. Le indennità sono escluse dall'imponibile?
Le indennità che non superano le quattordici mensilità sono escluse dall'imponibile
previdenziale: tale esclusione vale anche per le indennità che vengono
liquidate dal giudice in qualità di risarcimento in seguito a una
reintegrazione sul posto di lavoro per licenziamento illegittimo. A sancirlo è
la Circolare numero 263 del 1997. In caso di morte del lavoratore, inoltre,
l'indennità corrisposta è assoggettata ai contributi, e viene attribuita
all'ultimo periodo di paga dal punto di vista contributivo. Ciò implica
l'inclusione di questa indennità nell'imponibile.