Progettazione urbana: definizione
La progettazione urbana è lo scopo dell'urbanistica, vale a
dire la disciplina che si occupa dello studio della città e, più in generale,
del territorio antropizzato, cioè l'insediamento urbano. Questa progettazione
chiama in causa la pianificazione organica degli spazi e delle modifiche che
possono essere apportate al territorio che fa parte della città o che comunque
è connesso a essa. Certo, rientrano in tale attività anche gli aspetti
di tutela, gestionali, normativi e programmativi di un assetto
territoriale, con una particolare attenzione nei confronti della costruzione
delle infrastrutture.
A cosa serve la progettazione urbana?
La progettazione urbana compare per la prima volta nell'Ottocento, il
periodo in cui nasce l'urbanistica come disciplina autonoma,
avendo lo scopo di organizzare e gestire la crescita urbana che ha seguito la
rivoluzione industriale. Insomma, è una progettazione che in un certo senso
serve a mettere ordine, ma è al tempo stesso anche uno strumento di
controllo sul territorio finalizzato ad arrivare a trasformazioni che
abbiano come fine ultimo il bene comune. Nel contesto della progettazione
urbana, si deve cercare sempre di trovare il giusto equilibrio tra le esigenze
degli individui e quelle della comunità, senza mai perdere di vista l'interesse
pubblico. Per fare sì che la progettazione garantisca risultati apprezzabili, è
indispensabile studiare i sistemi urbani e curare soprattutto
il loro funzionamento complessivo, così che la pianificazione degli spazi
urbani possa essere organizzata tenendo conto delle normative in vigore e del
bisogno di assecondare e incentivare uno sviluppo futuro.
1. Quali sono le basi della progettazione urbana?
Si può sostenere che uno degli obiettivi della progettazione urbana sia
quello di ipotizzare uno spazio urbano che sia vivibile non solo nello spazio
ma anche nel tempo. Quando si parla di pianificazione urbanistica, in sostanza,
si pensa alle numerose opzioni che possono orientare l'organizzazione
dello spazio, anche localizzando le attività presenti sul territorio.
Per la progettazione urbana non si deve tenere conto unicamente
dell'urbanistica, ma anche della sociologica, dell'architettura,
dell'ingegneria e di altre discipline parallele, in modo che i piani di
recupero ambientale, di riqualificazione urbana, di edilizia e di
accompagnamento sociale si integrino tra loro alla perfezione.
2. Com'è cambiata la progettazione urbana nel corso del tempo?
Come è facile immaginare, con il passare degli anni e dei decenni la
progettazione urbana è andata incontro a variazioni e cambiamenti
significativi: se un tempo lo scopo era quello di gestire l'espansione
delle città, oggi il traguardo più importante è quello di una gestione
che non tenga conto dei confini territoriali convenzionali ma si basi su quella
che è stata definita città diffusa. Non ha più senso, attualmente, parlare di
un confine tra la città e la campagna, mentre si presta più attenzione a
concetti come la progettazione ambientale, la pianificazione
territoriale e la sostenibilità, per un utilizzo adeguato e ponderato delle
risorse a disposizione sul territorio, che non devono essere esaurite ma
dovranno poter essere impiegate anche dalle generazioni future. La geografia,
l'ecologia, l'economia e il diritto sono discipline che è bene prendere in
considerazione, poiché oggi la migliore progettazione urbana possibile è quella
che prende spunto dal coordinamento di saperi differenti.
3. Quali sono i piani più importanti per la progettazione urbana?
In Italia, si fa riferimento al piano regolatore generale,
che a seconda delle regioni ha nomi diversi (per esempio, piano di governo del
territorio, abbreviato in PGT, in Lombardia).