Progettazione ponti: definizione
Supportata dal ricorso a specifici software di
calcolo, la progettazione di ponti si articola in una serie di
fasi che coinvolgono, tra l'altro, le analisi di natura dinamica e di
natura statica, le indicazioni sulla geometria di montaggio,
l'identificazione dei possibili problemi strutturali e la gestione delle
varianti disponibili per le differenti fasi costruttive. Il ricorso allo stesso
modello per l'analisi globale e per l'analisi dei singoli componenti consente
di ottimizzare i parametri di progetto: si tratta di un modello ibrido
strutturale noto anche come modello a beam o monodimensionale, che limita i
risultati dal punto di vista delle sollecitazioni su elementi monodimensionali
in modo tale da consentire le verifiche con qualunque normativa.
Come si effettua la progettazione dei ponti?
Per la progettazione dei ponti può
essere utile fare affidamento sulla progettazione integrata, un
approccio che permette di coniugare la precisione di calcolo FEM in relazione
agli effetti locali con l'analisi globale, da cui possono essere tratti
risultati che danno l'opportunità di impiegare la formulazione semplificata dei
codici. Il vantaggio che viene assicurato dalla scelta di un metodo di analisi
di questo tipo va individuato nella rapidità con cui si può passare dall'analisi
della struttura all'analisi di dettaglio. Il metodo ottimizza i parametri
di progetto e offre un notevole risparmio di tempo, basandosi su un
processo iterativo grazie a cui alcune condizioni di carico unitarie possono
essere fattorizzate in modo tale da soddisfare i vincoli e i criteri di
progetto previsti.
1. Che cosa è la classe di lavorabilità?
Nella progettazione dei ponti è
opportuno tenere in considerazione la classe di lavorabilità, che rappresenta
la caratteristica tramite la quale viene indicata la capacità del materiale
utilizzato - il calcestruzzo, per esempio - di muoversi e di compattarsi. Un
parametro come quello della mobilità del calcestruzzo è molto importante non
solo dal punto di vista del trasporto, ma anche per ciò che concerne il getto e
la compattabilità, la quale a causa della vibrazione può facilitare la
fuoriuscita dell'aria presente all'interno del materiale indurito. Lo slump
test è il procedimento tramite cui si provvede alla misurazione della
lavorabilità.
2. Quali sono le prescrizioni generali per la progettazione dei ponti?
Se si è chiamati a progettare un
ponte che deve scavalcare una strada ordinaria, al di sotto del ponte stesso l'altezza
libera non può mai essere inferiore ai 5 metri, in nessun punto, tenendo
in considerazione le pendenze della strada stessa. L'altezza minima non deve
essere inferiore ai 5 metri, invece, se il ponte scavalca una strada a traffico
selezionato, ma a condizione che vi siano ragioni valide e comprovate. Solo in
circostanze eccezionali è possibile optare per un'altezza minima ancora
inferiore, ma comunque non minore di 3 metri e 20 centimetri, in presenza di
vincoli che non possono essere eliminati: la concessione di una deroga, in ogni
caso, dipende dal parere favorevole dei vigili del fuoco che hanno la
competenza territoriale. Per quel che concerne i ponti che scavalcano un corso
d'acqua che è classificato come navigabile, essi devono disporre di un tirante
che corrisponde alla classe dei natanti. Per i sottopassaggi pedonali, infine,
l'altezza libera deve essere almeno di 2 metri e 50 centimetri. Se i ponti
derogano dall'altezza minima di 5 metri, è indispensabile l'adozione di dispositivi
segnaletici di sicurezza ad hoc posizionati a una distanza adeguata.