Omesse dichiarazioni tributarie: definizione
Le omesse dichiarazioni tributarie fanno parte di quei reati per i quali è previsto un limite di punibilità. In sostanza, la ratio è quella di perseguire unicamente quei comportamenti che risultano, per gli interessi dell'Erario, effettivamente dannosi. Per la qualificazione del reato, di conseguenza, assume un ruolo fondamentale la quantificazione dell'imposta stessa. L'articolo 5 del Decreto Legislativo numero 74 del 2000 stabilisce che chi non presenta una delle dichiarazioni annuali riguardanti le imposte sul valore aggiunto o sui redditi, allo scopo di evadere quelle stesse imposte, può essere punito con la reclusione, per un periodo che va da un minimo di uno a un massimo di tre anni, nel caso in cui l'imposta evasa superi i 30mila euro. Non rientra nella casistica delle omesse dichiarazioni tributarie, invece, l'eventualità in cui la dichiarazione sia presentata nei 90 giorni successivi alla scadenza del termine; anche le eventualità in cui la dichiarazione venga redatta o sottoscritta su uno stampato che non risulta conforme al modello richiesto non presuppongono il configurarsi di questo reato.
Qual è il bene giuridico che viene protetto?
In realtà sono due: la trasparenza fiscale da un lato e, dall'altro lato, l'interesse patrimoniale dell'Erario in relazione alla percezione del tributo richiesto. Occorre ribadire che l'imposta evasa effettivamente deve superare i 30mila euro perché il reato venga integrato, cosa che non avviene se invece l'omessa dichiarazione e la conseguenza offesa alla trasparenza fiscale riguardano cifre inferiori.
Che tipo di reato è?
Si tratta di un reato proprio, che può essere messo in atto unicamente da chi è contribuente, cioè da tutti coloro che sono obbligati a presentare una dichiarazione annuale. Qualunque contribuente, anche se non è soggetto a Iva, può commettere questo reato: la soggettività, insomma, è molto ampia.
Un commercialista.