L’Epo – European Patent Office – ha certificato nei giorni scorsi una buona notizia: il numero di richieste di brevetti presentato in Italia è ai massimi da 10 anni a questa parte. Un periodo di tempo in cui, sul nostro paese, si è abbattuta la più grave crisi economica e finanziaria del dopo guerra con un tracollo, in particolare, di quel settore manifatturiero da sempre prolifico nella creazione e registrazione di nuovi dispositivi.
Ora, finalmente, un passo in avanti deciso, un +9% rispetto al 2014 che rende l’Italia il paese dell’area Epo che ha avuto l’incremento più alto, la media è un +4,8%. Certo, non va dimenticato che il nostro paese è ancora indietro rispetto ai “colleghi” europei: basta pensare che, nonostante il boom, l’Italia è risalita di una posizione tra i paesi che registrano più brevetti, passando dall’undicesimo al decimo posto.
Va ancora peggio se si conta il numero di richieste di registrazione per milione di abitanti: primeggia la Svizzera (873 domande), seguita dall’Olanda (419) e dalla Svezia. L’Italia è diciottesima con 64 richieste ogni milione di abitanti. Le tipologie di imprese che hanno richiesto il maggior numero di registrazioni sono quella medicale, quella relativa a motori, pompe e turbine e la farmaceutica. A livello di aziende, Indesit e Fca svettano sulle altre. La prima ha registrato 107 richieste, mentre Fiat 84. Al terzo posto StMicroelectronics (58).
