
Nessuna violazione per chi abbia superato il tetto dei pagamenti in contanti – fissato a 1.000 euro, prima del passaggio a 3.000 – purché non abbia superato l’attuale soglia. Una circolare del ministero dell’economia chiede esplicitamente di applicare il favor rei per tutti quei casi in cui vi sia stata un’infrazione entro i 3.000 euro. La strada scelta non è una novità: era già stata applicata nel 2008, quando si alzò da 5.000 a 12.500 euro il tetto del denaro circolante.
Un’altra novità è relativa ai libretti di risparmio al portatore e per gli assegni. Una circolare dell’Associazione Nazionale tra le Banche Popolari chiarisce che questo limite deve essere innalzato a 3.000 euro, a partire dal 1° gennaio 2016, “per il trasferimento di denaro contante, libretti di deposito bancari o postali, al portatore o titoli al portatore”. Rimane invece inalterata la soglia relativa al saldo dei libretti di deposito bancari, che non potranno superare i 999 euro.