Una diatriba lunga quasi quattro anni sembra finalmente giunta a conclusione: l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori si applica anche ai dipendenti pubblici. E, di conseguenza, non possono essere esclusi dalla riforma Fornero.
Lo ha stabilito la Corte di Cassazione con la sentenza 24.157 del 26 novembre scorso, in cui sancisce che l’estensione dell’articolo che tutela i lavoratori contro il licenziamento senza giusta causa deve essere applicato anche al pubblico impiego.
Secondo gli ermellini non è necessaria alcuna norma di armonizzazione del lavoro pubblico, così come per il lavoro privato, per estendere la tutela anche ai dipendenti statali. La decisione della Corte “smonta” la tesi secondo cui esistessero due differenti articoli 18, dopo la riforma Fornero: uno, naturale, applicato ai lavoratori privati, l’altro, “virtuale”, destinato ai dipendenti pubblici.
La Corte ha sancito che l’articolo 18 “prevede l’applicazione anche al pubblico impiego cosiddetto contrattualizzato dalla legge n. 300/70 e successive modificazioni e integrazioni, a prescindere dal numero dei dipendenti”. La sentenza tocca da vicino l’orientamento del governo, che ha ritenuto che il pubblico impiego fosse da considerarsi al di fuori dalla riforma Fornero e, soprattutto, riguarda il Jobs Act, che considerava esentati dall’applicazione della riforma i dipendenti statali. Secondo la Corte, se si vuole considerare il pubblico impiego come esulante dalla norma, è necessario formularne una ad hoc.
