
Il 30 novembre si è chiuso il periodo per la presentazione della documentazione per l’adesione al rientro volontario dei capitali, la cosiddetta voluntary disclosure. Sono oltre 90.000 le istanze presentate e le stime sono di circa 3,2 miliardi di euro che confluiranno nelle casse dell’Erario.
Ma negli ultimi giorni di novembre, a meno di 100 ore dalla scadenza dei termini, c’è chi si è precipitato negli studi professionali cercando di aderire “last minute” alla procedura, e le brutte sorprese erano dietro l’angolo: mentre alcuni commercialisti, conoscendo le tempistiche necessarie, hanno preferito chiudere preventivamente la possibilità di adesione, altri professionisti hanno presentato parcelle “maggiorate” per l’urgenza, sfruttando il periodo cuscinetto di 30 giorni che si chiuderà, definitivamente, il 31 dicembre prossimo.
Un’ulteriore possibilità riguarda coloro si siano visti respingere la richiesta di adesione al voluntary disclosure per mancato riconoscimento del codice di autenticazione o di riscontro o per mancato riconoscimento dei soggetti che trasmettono la richiesta. Per loro, è possibile richiedere una nuova procedura entro cinque giorni lavorativi dal rigetto da parte dell’Agenzia delle Entrate.