
È questo il risultato finale della doppia tornata della chiusura agevolata dei giudizi pendenti nel 2011 offerta dall'articolo 39 del dl n. 98/2011 e poi prorogata dal dl n. 216/2011. I dati definitivi sono stati resi noti dall'Agenzia delle entrate attraverso la rivista telematica Fiscooggi.it.
Il bilancio consuntivo perfeziona quindi i numeri diffusi la scorsa estate, che parlavano di 133 mila domande di definizione presentate e un gettito di 170 milioni di euro (si veda ItaliaOggi del 24 luglio 2012). Le istanze accettate dagli uffici sono risultate circa 119 mila: 77 mila di queste riguardano controversie ancora in attesa del giudizio della Ctp; 33 mila le liti chiuse nelle Ctr, 4.500 in Cassazione e altrettante in Ctc. Nei restanti 11 mila casi l'Agenzia ha invece notificato un provvedimento di diniego al contribuente, in quanto non sussistevano i requisiti di legge per accedere alla sanatoria.
L'iniziativa, oltre a ridurre in maniera rilevante i carichi pendenti presso le commissioni, ha anche fatto affluire nelle casse erariali 173 milioni di euro, che si vanno a sommare alle somme già incassate in pendenza di giudizio a titolo di riscossione provvisoria. Va tuttavia sottolineato che, proprio per questo motivo, alcune liti sono state estinte senza esborsi da parte del contribuente, in quanto gli importi già versati a seguito dell'iscrizione parziale risultavano maggiori o uguali al quantum dovuto per chiudere il giudizio (che poteva spaziare, a seconda dello stato di avanzamento del processo, da 150 euro forfetari fino al 50% della pretesa).
A livello territoriale, la regione nella quale è stato definito il maggior numero di contenziosi è la Sicilia (18.700 chiusure). A seguire Campania (15.300), Lazio (13.600) e Lombardia (11.300). Le Entrate hanno altresì precisato che sono in via di completamento le attività di sgravio dei ruoli relativi alle liti definite.
©Riproduzione riservata