
La crisi sembrerebbe ormai finita, ma i segni si sentono ancora. È il caso degli avvocati che, complice una formazione universitaria deficitaria e un discreto gap tecnologico, hanno visto calare negli ultimi due anni per il 44% degli intervistati i propri guadagni. La percentuale sale al 49% al Sud. Solo il 25% ha visto crescere i propri introiti.
Fortunatamente, minore fatturato per gli avvocati non significa calo dell’occupazione: il 76% degli studi ha mantenuto lo stesso numero di dipendenti e il 9% l’ha addirittura aumentato. Certo però che i tempi sono ancora duri: il 79% degli avvocati ha rilevato ritardi anche significativi nei pagamenti, mentre il 66% si è dovuto scontrare con una burocrazia sempre più complicata. Sono alcune delle evidenze mostrate dal “Primo rapporto sull’avvocatura italiana”, realizzato dal Censis intervistando circa 8.000 professionisti.
Avvocati che scelgono per passione il proprio lavoro (51%), mentre solo l’8% di essi l’ha fatto perché figlio di un altro avvocato. Oltre il 70% degli intervistati è titolare di uno studio che porta il suo nome. Inoltre, gli avvocati sono poco tecnologici: solo il 26% possiede un sito internet e il 5% lo usa per interagire con i clienti.