
Le istituzioni non possono chiudere gli occhi su una così cospicua platea di soggetti, analizza il coordinatore nazionale della Consulta dei Caf Valeriano Canepari, «già in situazione di evidente complessità economica», i quali «saranno ancora di più penalizzati perché anziché ricevere il conguaglio a luglio dovranno aspettare circa due anni» per entrare in possesso dei rimborsi «derivanti, ad esempio, dagli interessi passivi dei mutui, o dalle detrazioni per le ristrutturazioni e, ancora, dalle spese per l'istruzione dei figli», o per le prestazioni mediche di cui hanno usufruito. Dinanzi a questo panorama, i Centri chiedono un intervento al governo per modificare la normativa anche perché, prosegue il numero uno della Consulta, «con l'acuirsi delle difficoltà economiche ed occupazionali registriamo un consistente aumento di questa tipologia di contribuenti». Infine, una ricerca dei Caf delle Acli, basata sulla dichiarazione dei redditi di oltre 1 milione e 400 mila persone nel 2011, evidenzia come il 3,3% del totale individua, oltre a un crescente senso di incertezza per il futuro, una «maggiore esposizione ai rischi di povertà».