
«Andamenti ondivaghi e contraddittori»: così la Corte definisce la strategia di contrasto all'evasione adottata nella precedente legislatura. Ma le critiche più aspre sono state riservate allo spesometro, per il quale le innovazioni introdotte non hanno prodotto «gli effetti sperati e, al contrario, hanno probabilmente generato ricadute negative». Senza usare mezzi termini, per la magistratura contabile, «la rilevazione sistematica delle operazioni verso i consumatori finali di importo pari o superiore a 3.600 euro» ha spinto a incentivare gli acquisti in nero.
Quanto al nuovo redditometro, altro caposaldo della lotta all'evasione, «il clamore mediatico suscitato dal nuovo meccanismo di ricostruzione sintetica dei redditi appare francamente sproporzionato alle limitate potenzialità dello strumento e alla presumibile efficacia dello stesso».
E, ancora, il dito è puntato contro le disposizioni contenute nel dl 98 del 2011, in tema di definizione delle liti fiscali pendenti di importo fino a 20 mila euro e all'introduzione, a regime, dell'istituto della mediazione fiscale per gli atti fiscali dello stesso importo. «Si tratta, infatti» a detta della Corte, «di misure che hanno certamente indebolito la capacità di deterrenza del sistema di controlli, rafforzando la già diffusa convinzione che è preferibile pagare solo dopo l'accertamento dell'amministrazione piuttosto che adempiere spontaneamente e tempestivamente agli obblighi tributari».
A conferma di ciò i risultati dell'accertamento in senso proprio: i risultati recenti sono legati soprattutto all'azione del Fisco verso i grandi contribuenti, con l'obiettivo di contrastare in particolare l'abuso di diritto. Negli altri casi, i risultati messi a segno dall'amministrazione finanziaria sono stati frutto dell'attività di controllo automatizzato svolta ai fini delle imposte sui redditi e dell'Iva (si veda tabella in pagina). Attività connessa ai comportamenti degli stessi contribuenti, che per effetto della crisi economica, hanno utilizzato il mancato versamento di ritenute, Iva e contributi come forma alternativa di finanziamento (cosiddetta evasione da riscossione).