
Autonomia contrattuale. Accolto il ricorso di uno dei big nazionali dell'energia, chiamato a riscuotere gli arretrati per conto dell'ex monopolista. Esiste da tempo il fenomeno dei «morosi elettrici», che confidavano sul fatto che il precedente operatore non disponesse più di strumenti efficaci per tutelare il proprio credito. Ecco allora il via al sistema indennitario ora bocciato dai giudici amministrativi. Deve escludersi, secondo il Tar Lombardia, che possa essere legittima la delibera adottata dall'Aeeg per punire i professionisti dello switching. Non si tratta, in questo caso, di un intervento legittimato dalla necessità di ristabilire un contraddittorio paritario mediante atti sostitutivi di un'attività negoziale privata inesistente. Si tratta invece di una disciplina posta tutta dal lato dell'offerta di servizi e per il Tar bisogno rigettare una linea interpretativa che ritenga di poter trasformare senza limiti l'enunciazione di scopi in «poteri nuovi e innominati» dell'autorità di regolazione che incidono sull'autonomia contrattuale. E in effetti con il Sind il nuovo venditore di energia elettrica scelto dall'utente addebitava nella sua bolletta anche i crediti del precedente fornitore sotto la dicitura «C-Mor», senza indicare al cliente chi e perché vantasse il credito.
Trasparenza a rischio. Le associazioni dei consumatori, fra l'altro, avevano già manifestato forti riserve su come fosse congegnata questa procedura partita lo scorso anno, a partire dalla difficoltà da parte dell'utente di attivare e seguire la complessa procedura di reclamo prevista sotto la minaccia di un distacco della fornitura. Altri aspetti critici sono «l'assenza di una informazione tempestiva e i rischi del cliente impossibilitato a far valere i propri diritti in sede di reclamo nel caso di attivazione abusive, oltre che sulle modalità di annullamento e sospensione delle richieste di indennizzo». L'autorità ricorre al Consiglio di stato.
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