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La Pax fiscale costa ai contribuenti 28 mila euro

del 11/04/2013
di: di Valerio Stroppa e Beatrice Migliorini
La Pax fiscale costa ai contribuenti 28 mila euro
Diminuiscono nel 2012 gli accertamenti definiti con adesione o acquiescenza, ma aumentano gli importi incassati dall'erario. Ciò significa che ogni contribuente paga in media di più che in passato pur di chiudere anticipatamente la propria partita con il fisco. Circa 28 mila euro per ogni contestazione. E una spinta ulteriore all'incremento del gettito derivante dagli istituti deflativi del contenzioso arriverà dal meccanismo di compensazione previsto dal decreto che sblocca i pagamenti della p.a. (dl n. 35/2013): le nuove norme stabiliscono infatti la possibilità per le imprese di utilizzare i crediti commerciali scaduti verso enti pubblici per pagare gli importi dovuti a seguito di adesione, acquiescenza, conciliazione e mediazione (si veda ItaliaOggi del 9 aprile scorso).

I dati relativi all'andamento degli istituti deflativi nell'anno passato sono stati diffusi ieri da Ernst & Young nel Tax Update 2013 di Milano. Secondo l'elaborazione della società di consulenza, nel 2012 gli accertamenti emessi dall'Agenzia delle entrate ai fini Irpef, Ires, Irap e Iva sono stati complessivamente 344 mila, contro i 347 mila del 2011. Allo stesso tempo è diminuita la maggiore imposta contestata dal fisco, passando dai 30 miliardi di euro del 2011 ai 27,8 miliardi del 2012. Ma mentre si riscontra un calo del 6,6% nel numero di accertamenti definiti con adesione o acquiescenza (124 mila del 2012 contro 133 mila del 2011), i relativi introiti per lo stato sono in controtendenza. Da circa 3,2 miliardi incamerati dalle casse pubbliche nel 2011, si passa a quasi 3,5 miliardi, con una crescita del 7%. Il balzo è ancor più evidente se confrontato alle annualità precedenti: +26% sul 2010 e addirittura +66% sul 2009.

Numeri che confermano due fenomeni. Da un lato la scelta operata dalle Entrate negli ultimi anni di ridurre il numero degli accertamenti emessi (fase finale del processo di verifica) concentrandosi maggiormente nello screening dei soggetti da sottoporre a controllo (fase iniziale). Al numero decrescente di rettifiche non è corrisposto un calo della maggiore imposta accertata, che anzi dai 20 miliardi del 2008 è salita ai 30 miliardi del 2011. Il secondo elemento che emerge dalle elaborazioni Ernst&Young è l'aumento dell'incidenza delle adesioni sul totale degli importi contestati.

Tale valore si era attestato intorno al 10% nel biennio 2010-2011. Per ogni 100 euro richiesti dal fisco, circa 10 euro venivano corrisposti subito dal contribuente senza avviare il contenzioso o senza mandare in riscossione l'accertamento una volta divenuto definitivo. Nel 2012 l'asticella si è alzata al 12,4%. Un dato che, se letto in abbinata ai tassi di successo per gli uffici in giudizio più alti degli ultimi anni (si veda ItaliaOggi del 15 marzo 2013), sembra premiare l'approccio qualitativo prima ancora che quantitativo adottato gradualmente dall'amministrazione finanziaria dal 2009.

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