Tempi «relativamente brevi» per l'arrivo della prossima circolare dell'Agenzia delle entrate, con cui sarà operativo il nuovo redditometro: bisognerà aspettare «all'incirca un mese e mezzo». Nel frattempo, giungono ulteriori rassicurazioni ai contribuenti («non ci sarà un accertamento di massa, né una catastizzazione» dei guadagni) e vengono fornite spiegazioni ai consulenti tributari, soddisfatti perché «si sta sdrammatizzando la pericolosità» dello strumento, nel corso di un convegno per discutere del programma di contrasto all'evasione fiscale, ma anche dei contenuti della legge sulle professioni non regolamentate ancora fresca d'inchiostro (4/2013), tenutosi ieri, a Roma. «Stiamo evitando di inseguire situazioni di marginalità, vogliamo, invece, intercettare le tantissime posizioni» che presentano un sensibile scostamento fra il reddito dichiarato e le spese effettuate, «però non è detto si tratti necessariamente di evasori», precisano fonti delle Entrate, che a ItaliaOggi fanno sapere come sulla stesura delle liste selettive di controllo si sia «in una situazione di analisi abbastanza avanzata», pur non potendo prevedere quando il lavoro sarà terminato. Quanto, invece, alla recente ordinanza del giudice di Pozzuoli (Napoli) che, con una procedura d'urgenza, ha accolto il ricorso di un contribuente sulla violazione del diritto alla riservatezza del decreto del ministero dell'Economia sul redditometro (si veda ItaliaOggi del 23/2/2013), all'Agenzia, che ha presentato ricorso, «non risultano, al momento, altre contestazioni analoghe».
A giudizio dell'A.n.co.t. (l'Associazione nazionale dei consulenti tributari), che ha promosso l'evento capitolino, «l'ago della bilancia pende sicuramente a favore del nuovo strumento per l'accertamento sintetico, rispetto al modello precedente. Quest'ultimo, infatti», precisa il presidente Arvedo Marinelli, «era tagliato con l'accetta ed estremamente pericoloso, perché si serviva di moltiplicatori che portavano, talvolta, ad ottenere dei risultati astrusi. Oggi, al contrario, sappiamo di partire da basi certe, o presunte certe, come le spese che il cittadino ha compiuto, di fronte alle quali dovremo dare delle giustificazioni» all'amministrazione finanziaria «o attraverso i redditi veri, o con quelli di competenza e, in questo caso, sarà un po' più complesso. Ma ciò avverrà anche con le disponibilità di cassa, o di banca, o con gli accantonamenti degli anni precedenti». Per ciò che riguarda la figura del tributarista, così come stabilito dalla normativa sui cosiddetti «senz'albo», prosegue, «assume una nuova consapevolezza, perché le associazioni di cui fanno parte sono tenute a fornire una garanzia ai consumatori» sulla correttezza del professionista e sulle prestazioni che svolge. La legge «nasce a tutela dell'utente e, in considerazione di ciò, prevede delle sanzioni non trascurabili se non si rispettano gli obblighi». Pertanto, conclude Marinelli, «agiremo tutti con la massima responsabilità».
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