
A rivolgersi a palazzo Spada è stata la stessa Autorità che ha chiesto ai giudici l'esatta decorrenza temporale dei propri poteri in tema di tariffe idriche non essendoci infatti uniformità di vedute sulla possibilità per l'Authority di intervenire in periodi precedenti all'attribuzione delle funzioni di regolazione.
Saranno gli enti d'ambito, che hanno determinato le tariffe applicate nel 2011 e dispongono quindi delle informazioni necessarie, a individuare gli importi da restituire agli utenti finali. Le associazioni dei consumatori (che assieme agli enti d'ambito, alle regioni e agli altri soggetti portatori di interessi avranno 30 giorni di tempo dalla pubblicazione della delibera per presentare eventuali osservazioni) sono soddisfatte per la pronuncia del Consiglio di stato. E avvertono: «I soldi indebitamente incassati dai gestori vanno rimborsati immediatamente, ossia nella prima bolletta utile, con tanto di interessi legali, altrimenti scatteranno le azioni legali».
Anzi, a giudizio del Codacons, va rivista anche la nuova delibera dell'Authority del 28 dicembre 2012, eliminando il riconoscimento di costi a priori e l'aggiornamento automatico dei costi operativi all'inflazione.
Secondo l'associazione guidata da Carlo Rienzi, «un conto è che la tariffa copra tutti gli effettivi aumenti di costi legati all'aumento reale dei prezzi pagati dai gestori, un altro è prevedere, ex ante, un meccanismo di indicizzazione dei prezzi che finisce per reintrodurre, surrettiziamente quanto il Consiglio di stato ha ribadito essere illegale».