Secondo quanto stabilito da Basilea 2, dal 1 gennaio 2012 gli istituti bancari dovranno segnalare i crediti scaduti o sconfinati da più di 90 giorni, anziché da più di 180 giorni.
Lo sconfinamento oltre tale termine è considerato default con pesanti ricadute sulla possibilità di accedere al finanziamento e di trattativa sulle condizioni a causa della segnalazione in Centrale Rischi. Purtroppo la novità giunge in un momento economico eccezionalmente difficoltoso a livello globale e certamente le realtà aziendali italiane avranno maggiori difficoltà ad accedere ad adeguate fonti di finanziamento.
Sul piano giuridico, la segnalazione in applicazione della regola sarà quindi legittima; realisticamente, è auspicabile che i singoli istituti di credito introducano al loro interno strumenti graduati su margini di flessibilità con il fine di valutare il cliente impresa, nella misura del possibile, in linea con la sua reale situazione, oltre che utilizzando “metodologie informatiche”.
Per tutelare il proprio merito creditizio le imprese italiane dovranno abituarsi a seguire alcune semplici regole. Nella sostanza, occorre evitare insolvenze continuate per un periodo superiore a 90 giorni, eventualmente interrompendo tale termine facendo ruotare l’insoluto su diversi istituti, in modo da alternare periodicamente gli inadempimenti. E’ utile inoltre prestare particolare attenzione nell’utilizzo equilibrato delle linee di credito per evitare sottoutilizzi/sconfinamenti. Se si è comunque costretti a sconfinare, è preferibile farlo su linee a revoca (prima sui fidi di cassa e poi sugli autoliquidanti) piuttosto che non pagare rate di finanziamenti/mutui/leasing. Infine, anche in condizione di insolvenza, l’impresa deve sempre dimostrarsi disponibile al dialogo nei confronti dell’Istituto e, anche con il supporto dei propri consulenti di fiducia, presentare report aziendali andamentali e piani realistici di rientro.
Rag. Antonio Cavazzini
Commercialisti Associati Losi Cavazzini
Lo sconfinamento oltre tale termine è considerato default con pesanti ricadute sulla possibilità di accedere al finanziamento e di trattativa sulle condizioni a causa della segnalazione in Centrale Rischi. Purtroppo la novità giunge in un momento economico eccezionalmente difficoltoso a livello globale e certamente le realtà aziendali italiane avranno maggiori difficoltà ad accedere ad adeguate fonti di finanziamento.
Sul piano giuridico, la segnalazione in applicazione della regola sarà quindi legittima; realisticamente, è auspicabile che i singoli istituti di credito introducano al loro interno strumenti graduati su margini di flessibilità con il fine di valutare il cliente impresa, nella misura del possibile, in linea con la sua reale situazione, oltre che utilizzando “metodologie informatiche”.
Per tutelare il proprio merito creditizio le imprese italiane dovranno abituarsi a seguire alcune semplici regole. Nella sostanza, occorre evitare insolvenze continuate per un periodo superiore a 90 giorni, eventualmente interrompendo tale termine facendo ruotare l’insoluto su diversi istituti, in modo da alternare periodicamente gli inadempimenti. E’ utile inoltre prestare particolare attenzione nell’utilizzo equilibrato delle linee di credito per evitare sottoutilizzi/sconfinamenti. Se si è comunque costretti a sconfinare, è preferibile farlo su linee a revoca (prima sui fidi di cassa e poi sugli autoliquidanti) piuttosto che non pagare rate di finanziamenti/mutui/leasing. Infine, anche in condizione di insolvenza, l’impresa deve sempre dimostrarsi disponibile al dialogo nei confronti dell’Istituto e, anche con il supporto dei propri consulenti di fiducia, presentare report aziendali andamentali e piani realistici di rientro.
Rag. Antonio Cavazzini
Commercialisti Associati Losi Cavazzini
ANDREA RICCO'
25/04/2024 23:51:48
OTTIMA LA SINTESI, CONCETTI ADEGUATAMENTE ESPRESSI.