
Dopo le vicende che stanno interessando la Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, è tornata di stretta attualità la tematica delle conseguenze per i clienti delle banche fallite. Scopriamo cosa accadrà ai correntisti ed ai clienti nei casi specifici e più in generale, in caso di fallimento di un istituto bancario italiano o estero.
Banche fallite: il futuro dei clienti
Nel caso specifico delle due banche citate, il fallimento dovrebbe essere seguito dalla rilevazione della parte aziendale sana da parte di un altro istituto bancario, Intesa San Paolo. In questo caso i debiti ed in generale tutto ciò che ha portato al fallimento, dovrebbe essere gestito dallo Stato, che si occuperebbe della cosiddetta bad bank.
A prescindere da ciò, per i clienti ed i correntisti, in caso di acquisizione, i rischi sono azzerati.
In particolare i correntisti diventeranno infatti clienti della nuova banca, pur mantenendo gli stessi prodotti posseduti prima del fallimento delle due banche.
È però del tutto probabile che nel corso del tempo possano essere modificate in parte le condizioni contrattuali che regolano i rapporti banca/cliente, ma esclusivamente in seguito a proposte specifiche, come di fatto già avviene nei normali rapporti con la clientela. I correntisti non dovranno quindi fare nulla, se non attendere eventuali comunicazioni sul passaggio di proprietà della banca. Discorso analogo vale per i possessori di prestiti, mutui, carte di debito o di credito.
Diverso è invece il caso di azionisti ed obbligazionisti, che soprattutto nel primo caso potrebbero rischiare id perdere il capitale investito. Mentre scriviamo infatti, non è previsto che l’acquirente delle banche fallite si faccia carico di azioni e obbligazioni di tipo subordinato, mentre dovrebbero essere garantite quelle di tipo ordinario.
Abbiamo utilizzato il condizionale in quanto la vicenda è ancora nel pieno del suo svolgimento, e potrebbero quindi essere presi provvedimenti che modificano in parte o in tutto quanto ipotizzato fino ad ora.
Banche fallite: cosa si rischia
Il più recente caso delle banche fallite fa emergere di nuovo la questione dei rischi che i clienti corrono in caso di default delle banche. Ricordiamo in questa sede che per i risparmi fino a 100.000 euro il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi garantisce i clienti titolari di depositi nominativi presso le banche italiane costituite come S.p.A. e per le banche europee che aderiscono volontariamente al fondo. Diverso è invece il caso delle banche di credito cooperativo, per le quali è attivo lo specifico Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo, con le stesse finalità di tutela dei risparmiatori.